sabato 8 settembre 2012

Aspettativa di vita: 2 anni in meno in Campania




D'Italia si muore...

NAPOLI - Un bambino che nasce in Campania ha un’aspettativa di vita di due anni inferiore alla media nazionale. Vale a dire che se una donna, nel resto del Paese, vive mediamente 85 anni, nella nostra Regione ha un’aspettativa di vita che arriva a 83. Stessa cosa per i maschi la cui media di vita, attualmente, è di 81 anni. 

Il dato emerge dal «Primo Osservatorio regionale per la valutazione dell’appropriatezza delle prestazioni sanitarie nell’area dell’assistenza primaria» presentato ieri all’Hotel Terme di Agnano dalla Società Italiana di Medicina Generale (Simg) e dal Consorzio nazionale delle cooperative mediche (Cncm). Ne parla il dottor Gaetano Piccinocchi, segretario nazionale della Simg. Dice: «Influiscono sull’aspettativa di vita il contesto di povertà, i rifiuti, la mancanza di istruzione, caratteristiche della nostra Campania». 

Il dato negativo, ovviamente, non è l’unico raccontato ieri. La «maglia nera» alla Campania arriva anche per l’incidenza dei tumori dell’apparato respiratorio sulla popolazione. «Le cause principali – ha spiegato l’oncologa Grazia Arpino – sarebbero due: il maggior numero di donne fumatrici che si registra in Campania, e il problema dell’inquinamento atmosferico che riguarda soprattutto le province di Napoli e Caserta». 

Durante l’incontro - al quale hanno partecipato, tra gli altri, l’assessore comunale alla Sanità, Pina Tommasielli, Ernesto Esposito, dirigente della Asl Napoli 1, Giovanni Arpino, responsabile del settore ricerca del Cncm - sono stati illustrati infatti altri dati allarmanti: in Campania la prevalenza del cancro alla prostata è del 15%, il cancro al colon è dell’8%, al polmone è del 6%, e del melanoma è pari al 4%». Nonchè la crescita del numero dei diabetici e di chi soffre di insufficienza renale. «L’importanza dell’Osservatorio regionale realizzato dai medici di medicina generale, sta nell’aver posto l’attenzione sulla questione dell’appropriatezza a trecentossessanta gradi dalle questioni sanitarie a quelle amministrative, passando per la realizzazione di un eccezionale database della salute» ha detto Ernesto Esposito. 

E l’assessore Tommasielli: «I 620 medici di medicina generale dell’Osservatorio sono stati lungimiranti monitorando la salute di quasi un milione di cittadini campani, e dimostrando che la Regione ha ottimi metodi d’analisi, e strumenti di quantificazione finalizzati a un buon rapporto costi/benefici».

Infine un riferimento al nuovo decreto sabità. Afferma Gaetano Piccinocchi: «L’Associazionismo previsto da Balduzzi, in Campania è già attivo da più di 10 anni, in quanto la regione ha presentato la prima esperienza in Italia di aggregazione dei medici di famiglia». E Giovanni Arpino: «I medici di medicina generale hanno fatto grandi sforzi per dare vita al primo Network dei medici di famiglia ramificato nelle 5 province campane, nel quale è possibile accedere a un database della salute che contiene i dati relativi al 60% delle patologie più diffuse. In Italia l’unico comparto totalmente informatizzato è quello di medicina generale. Basti pensare che esiste la cartella clinica sull’iPad»

tratto da Il Mattino

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