giovedì 20 settembre 2012

Sui meridionali in divisa

 



Nel mio lungo peregrinare in balia dei venti, ne ho incontrati parecchi. Meridionali come me, figli di una terra dal nome dimenticato, che si sono sentiti chiamare "italiani", ma non sono mai stati trattati come tali. Gente a cui è stata tolta la prospettiva di un lavoro onesto e ben pagato, a meno che non si indossasse la divisa e si andasse a servire la Patria. Non la loro Patria, quella dei loro padri siciliani, calabresi, pugliesi o napoletani; la Patria Italiana, quella dei veneti e dei lombardi, dei piemontesi e dei friulani. Perchè le caserme dove queste orde di meridionali venivano e vengo tutt'ora spediti sono tutte lì, ai confini settentrionali della sedicente Italia. E lì trovi i palermitani, abituati a vivere a contatto con lo splendido mare siculo, che diventano alpini, i pugliesi che scalano montagne con la penna dei bersaglieri. 
Questi miei fratelli servono lo Stato che ci opprime da 151 anni, costringendoci ad emigrare per trovare lavoro e prospettiva di vita. Lo Stato che è sceso a patti con la mafia e le mafie; lo Stato che ha reso il Sud una discarica a cielo aperto per le aziende del Nord. Questi miei fratelli vengono mandati a Terzigno a caricare i cittadini in rivolta contro l'ennesima discarica nel Vesuvio; questi mieri fratelli manganellano e arrestano i lavoratori di Termini Imerese lasciati a spasso dalla Fiat (Fabbrica Italiana Automobili TORINO), o i sardi del Sulcis, o i lavoratori dell'Alcoa. Meridionali in divisa contro meridionali senza divisa: i primi col tricolore cucito sul petto, i secondi senza una bandiera se non nel cuore. Disprezzati, gli uni e gli altri, dai settentrionali di prima e di settima generazione, "terroni" e "parassiti statali" per la stampa finanziata dalle lobbies del Nord.

Fratelli, non siete voi i miei nemici. Voi siete lo strumento in mano ai miei nemici. Che sono anche i vostri, ma non lo sapete ancora. Per carità: qualche libro si potrebbe anche leggere, qualche pagine su internet si potrebbe anche sfogliare, per conosce la Storia e la Verità sulla vostra terra e sul vostro popolo. Perchè noi eravamo un popolo unito quando l'Italia non era nemmeno una idea. Noi governavamo in maniera unitaria l'attuale Sud quando il resto della penisola era divisa in comuni, signorie e statarelli.
Tenete famiglia, lo so. Lo stipendio serve, lo so. Se è statale, è ancora più sicuro, lo so. 
So tutto, ma un giorno sarete vecchi e vi guarderete allo specchio, dicendo: "Ho servito la mia Patria con onore". Ed avrete sbagliato Patria.

Buon vento.

Nessun commento:

Posta un commento