sabato 8 settembre 2012

Indipendenza... e poi?



Molte persone, sentendomi criticare spesso la sedicente unità d'italia e professare la necessità di autonomia e indipendenza delle terre e dei popoli meridionali, mi domandano spesso: "Una volta diventati indipendenti, cosa diventeremo?". Una repubblica federale? Uno stato centralizzato? Una monarchia, col ritorno magari dei Borbone-Due Sicilie?
Sono domande legittime, alle quali però non si può dare un'unica risposta. Perché sono domande sbagliate. Noi vogliamo la libertà, e poi già abbiamo deciso cosa diventare una volta liberi? Noi vogliamo l'autonomia, o magari l'indipendenza, e già sappiamo di che morta dobbiamo morire?
No, non è così che si fa. Noi dobbiamo essere liberi a prescindere dal sistema istituzionale che il Popolo sovrano deciderà di darsi, magari tramite un referendum popolare. Una volta libero, una volta indipendente, il Popolo deciderà se l'attuale Sud Italia (in cui, però, dobbiamo inglobare anche i territori del fu Regno delle Due Sicilie che ad oggi sono formalmente appartenenti a regioni non meridionali) dovrà essere una repubblica federale o un regno; se la Sicilia insulare dovrà essere federata o meno coi territori peninsulari. 
Noi dobbiamo conquistare la libertà, che è la possibilità di realizzare una libera associazione di donne e di uomini. Nessun sistema calato dall'alto: il Popolo sceglierà come unirsi.

Ovviamente, io ho delle preferenze. Proposte da fare.
Credo, ad esempio, che il primo passo verso l'indipendenza sia una forte autonomia delle regioni meridionali, da ottenere tramite la creazione di una Macroregione Sud, in base all'articolo 132 della Costituzione Italiana:
Si può con legge costituzionale, sentiti i Consigli regionali, disporre la fusione di Regioni esistenti o la creazione di nuove Regioni con un minimo di un milione d'abitanti, quando ne facciano richiesta tanti consigli comunali che rappresentino almeno un terzo delle popolazioni interessate, e la proposta sia approvata con referendum dalla maggioranza delle popolazioni stesse.


Si può, con referendum e con legge della Repubblica, sentiti i Consigli regionali, consentire che Provincie e Comuni, che ne facciano richiesta, siano staccati da una Regione ed aggregati ad un'altra. 
Una volta creata la macroregione si potrà procedere al "referendum scozzese": nel 2014, si terrà in Scozia un referendum sulla indipendenza dalla Gran Bretagna, pur continuando a riconoscere la Regina Elisabetta come  Capo di Stato (come avviene in Canada o Australia, ad esempio).
In Italia, non avendo una monarchia, si potrebbe pensare ad una trasformazione in senso confederale della Repubblica, con capitale Roma e con un Presidente della Confederazione Italica eletto dal Popolo.
All'interno di tale Confederazione, vi sarà uno Stato autonomo delle Due Sicilie, che tramite referendum popolare deciderà la forma istituzionale e di governo da darsi. Io opto per una Repubblica Federale delle Due Sicilie, con capitale Napoli. In questo caso, i popoli siciliani insulari e peninsulari sarebbero, appunto, federati e autonomi. Credo, infatti, che la Sicilia insulare debba essere autonoma, ma non indipendente dal resto delle Due Sicilie, proprio alla luce del bagaglio storico-culturale comune tra i popoli meridionali. Tutti.

Si realizzerà mai questo sogno?
Non lo so. L'unica possibilità per questo sogno di realizzarsi è smettere di essere un sogno, e diventare un progetto politico.

JATEVENNE!!!

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