mercoledì 5 settembre 2012

"La Tav si farà". Allora non ci siamo capiti.



L'incontro tra Monti e Hollande ha evidenziato la volontà di realizzare una "grande sinergia" sui temi fondamentali dell'Europa: la crescita, l'euro, l'occupazione... e il Tav!
O meglio, LA Tav, come si ostinano a chiamare IL Treno ad Alta Velocità Torino-Lione. I bocconiani saranno anche dei geni in economia... ma con il volgare fiorentino a cui diamo il nome di "italiano" non hanno molta dimestichezza.
Ciò detto, Monti ha dichiarato che è un "segno concreto della volontà dei nostri paesi dare completa realizzazione a quell'opera di alto interesse che è la Tav tra Torino e Lione". Alto interesse per chi? Chi ci guadagna dal Tav? A questa domanda, Monti e i bocconiani di destra, di centro e di sinistra omettono di rispondere da decenni. Le popolazioni valsusine, viceversa, sono 20 anni che rispondono: "Non è nei nostri interessi!"; visto che abitano quei territori e li abiteranno anche dopo che avranno fatto un buco in una montagna zeppa di amianto, forse bisognerebbe ascoltarli. I nostri governanti, di ogni schieramento politico, si dicono e si autoproclamano convinti federalisti: è alquanto originale la visione di un federalismo che impone sui territori una scelta presa dal potere centrale! Ma i paladini del federalismo in salsa padana, i mariuoli leghisti, che dicono? Niente! Come ogni forza politica filosistema che si rispetti, la Lega appoggia il progetto-Tav e non ascolta le proteste e le proposte alternative delle popolazioni valligiane. 
Quale strada rimane ai valsusini? Nessuna, tranne l'opposizione dura e radicale alla violenza di Stato e di Sistema. Chiunque abbia proposto nel passato la strada del dialogo ha subito sconfitte clamorose nei fatti, perché le istituzioni si sono dimostrate indisposte ad ascoltare e a mettere in discussione questo infausto progetto.

Do svidanija

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