giovedì 21 ottobre 2010

Diffidato il tg1 di Minzolini

Augusto Minzolini, il servo del Regime


Agcom contro Tg1, Fede e Studio Aperto. Una diffida al Tg1 e un richiamo al Tg4 e a Studio Aperto per "il forte squilibrio" a favore della maggioranza e del governo: è la decisione adottata oggi dalla commissione servizi e prodotti dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, in base ai dati del monitoraggio sul pluralismo per il periodo luglio-agosto-settembre 2010. "Qualora tale squilibrio perdurasse - avverte l'Agcom - verranno adottati ulteriori provvedimenti". La pronuncia dell'Agcom arriva dopo le ripetute accuse al tg diretto da Minzolini sia da parte dell'opposizione, sia da parte dei finiani. Accuse che adesso vengono confermate anche dall'Autorità che punta il dito contro l'eccessivo squilibro a favore del governo. Sbilanciamento ancor più grave nel caso del principale telegiornale del servizio pubblico.

Piccata la replica di Fede: "Dopo 50 anni di giornalismo ai miei livelli non c'è agenzia che mi possa venire a dire come devo fare il mio mestiere. Rispondo alla mia coscienza non a quella di Agcom, che è un parlamentino politico dove prevalgono anche scelte ideologiche".

"Dai dati che ho disposizione, non risulta questa disparità di trattamento che rileva l'AgCom. Rai e Autorità dovrebbero mettersi per prima cosa d'accordo sui dati da utilizzare", replica invece il direttore del Tg1 Augusto Minzolini all'Ansa. "I dati dell'Osservatorio di Pavia, che abbiamo a disposizione - fa sapere Minzolini - vedono ad agosto l'istituzionale al 4,5%, il governo al 34,9%, la maggioranza al 28,7% e l'opposizione al 29,1%. A settembre l'istituzionale è al 13,7%, il governo al 36,5%, la maggioranza al 21,5% e l'opposizione al 25,6%. Come si vede i dati sono sostanzialmente in linea con la divisione 30 al governo, 30 alla maggioranza, 30 all'opposizione. E bisogna considerare che Fli è conteggiato nella maggioranza. Questa discordanza di dati è già una stranezza". "In secondo luogo - prosegue il direttore del Tg1 - nell'ultimo periodo le vicende politiche hanno riguardato prevalentemente la maggioranza e il governo ed il criterio di notiziabilità va comunque considerato. Infine, in estate il governo resta presente, mentre i politici vanno in vacanza e c'è un problema di reperibilità. Io ad esempio non ho potuto realizzare uno speciale Tg1 ad agosto sulla crisi della maggioranza perché non siamo riusciti a raccogliere voci sufficienti per chiudere i servizi".

Il consigliere d'amministrazione della Rai Nino Rizzo Nervo, ironizza: "Potrei con una battuta dire che l'allievo ha superato il maestro visto che il Tg1 ha ricevuto dall'Agcom una 'diffida' e il TG4 solo un 'richiamo', ma la decisione adottata dall'Autorità per le comunicazioni deve essere presa molto sul serio perchè conferma quanto ho più volte denunciato in consiglio di amministrazione senza ottenere alcun riscontro da parte del direttore generale".

Per Fabrizio Morri, capogruppo Pd in vigilanza, la diffida a carico del tT1, "conferma che quando l'opposizione denuncia il fatto che quello che era il più autorevole telegiornale italiano da troppo tempo ormai nasconde le notizie o le propone in modo squilibrato si afferma una cosa vera".

La replica del Tg1. "E' assolutamente improprio parlare di 'forte squilibrio' a favore della maggioranza e del governo da parte del Tg1 che ha sempre raccontato e sempre continuerà a raccontare gli avvenimenti politici secondo il principio del pluralismo". Lo dichiara la direzione del telegironale riguardo la diffida dell'agcom.

"Risulta strano - si legge - che l'Agcom entri così pesantemente nell'agone politico, parlando di violazione del pluralismo da parte della nostra testata con conseguente diffida del Tg1, senza aver mai indicato preventivamente a quale dato quantitativo ci si debba effettivamente attenere. Risulta altresì singolare che la commissione parlamentare di Vigilanza si avvalga, così come ovviamente fa la Rai, dei dati dell'Osservatorio di Pavia che vengono tempestivamente comunicati al Parlamento, mentre l'Agcom si avvale di quelli dell'Isimm pubblicati con frequenza non certa specie in assenza di competizione elettorale. La sanzione ex post è quindi difficilmente accettabile. E' auspicabile che questi problemi di ordine metodologico vengano definiti dall'Agcom".

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