martedì 5 ottobre 2010

Tra pochi mesi sarà il Kaos!




Il becero trionfo della democrazia liberale

La democrazia liberale dovrebbe consentire ad un candidato e ad un partito (o ad una coalizione) di governare quando ottiene la metà più uno dei voti dei cittadini al momento delle elezioni, e la sua successiva stabilità attraverso eventuali voti di fiducia. Questa mera espressione quantitativa non esprime affatto una qualità tecnicista del governo: ottenere la maggioranza dei voti o la fiducia dei parlamentari (che in base all'attuale legge elettorale sono nominati dai segretari di partito, non eletti dai cittadini) non garantisce affatto sulla qualità esecutiva dell'azione di governo. E, non ultimo, l’attuale legge elettorale premia in maniera sproporzionata la coalizione che non ottiene nemmeno il 50%+1 della maggioranza dei voti espressi, con la puerile scusa di favorire l’arco bipolare e la stabilità politica.
Niente di più falso.
La nostra asserzione è stata palesemente dimostrata il 29 settembre scorso quando abbiamo assistito all'ennesima farsa della democrazia quantitativa e liberale: un voto di fiducia scontato, su linee programmatiche vecchie di 16 anni ripetute boriosamente come se fossero novità immanenti. La questione paradossale è che questo voto di fiducia ha finito per sfiduciare il Paese Italia. Solo chi non riesce ad uscire dalla dicotomia destra-sinistra può credere che questo governo possa sopravvivere fino al termine della legislatura, magari operando berlusconianamente fingendo di terminare i lavori sulla Salerno-Reggio Calabria da qui fino al 2013, magari promulgando una pasticciata legge sul federalismo fiscale, o magari riuscendo a realizzare una riforma della Giustizia funzionale solo alle necessità del Principe di Arcore.
La domanda: "Si andrà ad elezioni anticipate?", dopo i discorsi di ieri, ha un esito scontato. I finiani hanno votato la fiducia, annunciando contestualmente la nascita di un nuovo partito: in pratica hanno comunicato a Re Silvio che hanno solo bisogno di tempo per strutturarsi e radicarsi, per poi intenzionalmente far cadere il governo, probabilmente in sede di approvazione della legge sulla giustizia. La famigerata quota 316 (altro dato puramente quantitativo) senza finiani e dissidenti non è stata raggiunta, quindi de facto il governo non ha la maggioranza. Ma visto il tatticismo perpetrato dai rappresentanti di Futuro e Libertà, tale strazio continuerà ai danni dei cittadini ancora per diversi mesi, in modo che l’opinione pubblica continui ad essere trattata come se fosse interamente composta da sudditi lobotomizzati (e cominciamo ad averne le prove...)
Solo Antonio Di Pietro, per il quale non abbiamo MAI simpatizzato né tantomeno votato, è riuscito a dire in maniera chiara (seppur becera) la situazione reale; paradossalmente il modo violento in cui si esprime finisce per delegittimarlo. Tutti gli altri, dal menzognero Berlusconi, passando per la servile maggioranza per arrivare infine alla finta opposizione Pd-Udc di matrice atlantica, sono stati esclusivamente attenti a proporre discorsi o asserzioni fattive soltanto a rimandare la problematica di alcuni mesi, come dire, bisogna tenersi il morto in casa anche se ormai è in avanzato stato di decomposizione. E purtroppo il morto in questo caso è lo Stato Italiano.
Ed infatti intanto il Paese va letteralmente a rotoli: la disoccupazione è salita ai livelli del 1999, gli stipendi sono fermi da 7 anni, la qualità della vita continua a peggiorare, il Meridione è completamente abbandonato a sè stesso e alle mafie, e soprattutto non c'è uno straccio di piano di sviluppo economico né industriale né turistico.
La democrazia della quantità, la liberaldemocrazia, ha trionfato.
Il Paese è sconfitto e continua a sprofondare ogni minuto, ogni secondo di più.




Marzo 2011: la madre di tutte le battaglie.

Del teatrino politico di alcuni giorni fa che si è svolto a Montecitorio abbiamo dunque parlato. Sul “caso” della Barzelletta Arcoriana non dobbiamo certo aggiungere altro, se non che potremo orgogliosamente raccontare ai nostri nipoti di aver assistito per anni e anni al finto cognato di Gino Bramieri che ha rivestito la carica di Presidente del Consiglio portando alla rovina il paese. Ormai non abbiamo più epiteti per definire la situazione politica italiana con i suoi balletti e controballetti che un bipolarismo marcio fino al midollo ormai ci propone giornalmente e siccome non vogliamo sfociare del dipietrismo becero o nel grillismo populista proviamo ad immaginare cosa potrebbe accadere la prossima primavera, quando, a detta di tutti, si dovrebbe tenere una nuova tornata dei ludi cartacei.
Sic et simpliciter, il modo in cui potrebbe evolversi la situazione sul territorio nazionale potrebbe essere di seguire la via maestra segnata alcuni giorni fa da Raffaele Lombardo in occasione della presentazione del Lombardo Quater, ossia della quarta (!!!) versione del suo governo regionale, un record assoluto. Ma leggiamo le dichiarazioni di Lombardo: “Andrò fino in fondo per le riforme. E in questa direzione ho incontrato sulla mia strada Pd, Mpa, Fli e Api. Per quanto riguarda l’Udc non ho capito: non vorrei che si aprisse un problema di simbolo. Sarà ciascuno dei deputati a decidere ciò che ritiene. Io porto avanti la mia azione riformatrice. So che vado scontentando molta gente. Ma non mi fermano". Il governo regionale presentato da Lombardo si configura come un esecutivo tecnico centrista allargato al Partito Democratico, e che esclude totalmente il Pdl, oltre alla parte dell’Udc fedele all’ex governatore Totò Cuffaro e al Pdl-Sicilia capitanato da Gianfranco Micciché. Nel suo discorso Lombardo ha ribadito con decisione: “Il quarto governo dovrà puntare ad alcune riforme essenziali radicali. A partire da noi stessi: vale a dire la Regione che è un immenso motore immobile che pretende di regolare e autorizzare o negare tutto. Piena zeppa di leggi e regolamenti, circolari e decreti. Dobbiamo fare dimagrire questa regione, dobbiamo decentrare sul serio. Un decentramento effettivo perché non si sostituisca a un centralismo statale, un centralismo regionale. Poi l'altra grande riforma di una risorsa preziosa, enorme e costosa: quella del personale. E, ancora, la riforma delle tante aree industriale e degli innumerevoli enti, riducendo anche i componenti dei consigli di amministrazione. Basta enti in rosso con troppo personale". Quindi, l'agricoltura, e anche qui c'è da disboscare enti che dilapidano risorse che devono esser eindirizzate verso la qualità, la ricerca, la tracciabilità, i controlli, la promozione e la conquista dei mercati, intaccando lo strapotere della grande distribuzione. Occorre promuovere il nostro prodotto turistico. Ma bisogna dare un impulso straordinario alla spesa delle risorse disponibili".


Belle parole non c’è che dire, soprattutto per un governatore che rimescola i suoi collaboratori e la sua maggioranza per la Quarta volta. Ma, a parte, il casus belli che riguarda esclusivamente la regione Sicilia, dobbiamo obbligatoriamente analizzare questa situazione e proiettarla in ambito nazionale. Possiamo notare come si parli insistentemente di Riforme. Se immaginiamo questa futuribile ipotesi si genera da sé il paragone con le recenti dichiarazioni di esponenti dell’opposizione quali Bersani o Casini, che ripetutamente hanno espresso la necessita’ di un governicchio di unità nazionale per mettere mano alla legge elettorale modificandone radicalmente il meccanismo. Non solo: nelle ultime ore esponenti della Lega Nord hanno confermato ripetutamente l’alta probabilità di andare alle urne nel Marzo 2011.
Segnatevi questa data: sarà la madre di tutte le battaglie politiche, un evento epocale per chi crede, e noi non siamo tra questi, nella democrazia liberale, o meglio, liberalcapitalista.
Ma quali saranno i probabili schieramenti bipolari che si presenteranno ai prossimi ludi cartacei ?
Lo stesso Italo Bocchino si è espresso in questi termini.
Noi abbiamo formulato questa ipotesi:


POLO BERLUSCONIANO PADANO
Partito delle Libertà
Lega Nord
Alleanza Democratica
Parte dell’UDC Siciliano
PDL Sicilia di Miccichè
La Destra
Fiamma Tricolore
Movimentucoli destrorsi vari


POLO ATLANTICO DI EMERGENZA NAZIONALE
Partito Democratico
Futuro e Libertà
Udc
Api
Sinistra Vendoliana
Movimentucoli sinistrorsi vari
+ APPOGGIO ESTERNO DELL’ITALIA DEI VALORI


Appare abbastanza chiaro il Polo di Emergenza Atlantica vincerà le elezioni e si configurerà come un governo di unità nazionale che governerà il paese per almeno 2 anni, almeno fino all’agognata legge elettorale che abbatterà il Porcellum.
Ma come reagiranno Berlusconi e la Lega ?
Prevediamo in maniera scomposta.
Soprattutto la Lega potrebbe portare in piazza davvero centinaia di migliaia di persone in segno di protesta, provocando non pochi problemi al neonato governo. Ma a questo punto anche i pretoriani di Silvio, soprattutto quelli del Nord, dovranno obbligatoriamente schierarsi a fianco del Senatur per non perdere le roccaforti nordiste. Al centro, specialmente nel Lazio ed in Campania, esisterebbe, secondo noi, la forte possibilità che gli ex-colonnelli di Alleanza Nazionale possano tornare a Canossa e riaccasarsi con Fini. In certi momenti tutto è possibile.
Nelle ultime settimane abbiamo persino osservato un tristo ritorno di fiamma di un certo “terrorismo di basso profilo” sfociato, per ora, soltanto nel mancato attentato del Direttore Belpietro. Questo ci riporta indietro di alcuni decenni, ed e’ manifesto segno che nei sottoboschi sociali comincia a “montare” un vero e proprio disagio. Ad ipotesi di “finti attentati” non vogliamo nemmeno pensare benchè la storia italiana potrebbe esserne zeppa
E quale potrebbe essere la merce di scambio per la rinata pax sociale ?
Traducendo: come assecondare la Lega, e spartirsi l’Italia?
La divisione in Macroregioni di migliana memoria, e di cui vi abbiamo messo una futuribile cartina all’inizio dell’articolo. Oltre alle sguaiate propagande leghiste, anche da esponenti politici del Meridione si e’ sentito ripetere piu’ volte, la necessità di formare un vero e proprio Partito del Sud. Una divisione politica ed amministrativa (non sappiamo esasperata fino a che punto) garantirebbe questa spartizione di clientele e l’affossamento definitivo dell’Italia. Altro che federalismo totale, amministrativo o fiscale, altro che Lander tedeschi!
Scenario fantascientifico ?
Ai posteri l’ardua sentenza.
Noi Socialisti nazionali, noi elettori Socialisti Nazionali non parteciperemo a questa mattanza popolar-italiota.



L'OLIGARCA

CENTRO STUDI CURSUS HONORUM

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