L'ARENA è il quotidiano di quella città (innominabile) in cui gioca la squadra che più odio al mondo.
Il giorno 2 settembre, l'ARENA ha pubblicato un articolo in cui si parla di un 45enne, Roberto, tifoso della squadra locale, morto in maniera ancora inspiegabile.
La madre, Elsa Riva, racconta: “È tornato a casa dopo la partita e stava già male. Mi ha detto che c’era stata una rissa ed era stato picchiato dai carabinieri [...]. È tornato verso le 23 ed è andato a letto, ma non ha dormito tutta la notte perché stava male e così la mattina è andato all’ospedale di Borgo Roma [...]. Quando è tornato, mi ha detto che lo avevano visitato, ma era risultato negativo a tutti gli esami; anche quella notte, però, i dolori non lo hanno fatto dormire".
Il lunedì mattina, Roberto è stato trasportato da un'ambulanza all'Ospedale di Borgo Roma. All'una di notte, è morto.
Causa della morte? Non si sa, però si immagina.
Nessun telegiornale ha parlato di questo episodio.
Nessun "Pomeriggio 5" o "Vita in diretta" hanno dedicato un minuto a questa vicenda.
Le forze dell'(dis)ordine continuano impunemente ad operare, senza un numero distintivo sul casco o sulla divisa che consenta a noi di denunciare eventuali abusi o sorprusi.
E tutto continua, in un lento scorrere verso la decadenza più indecente.
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Amico mio, fratello, con questo commento posso solo timbrare per la mia presenza. O vuoi che ti ripeta quello che penso della sbirraglia e della copertura mediatica di cui godono?
RispondiEliminaPerò una cosa piccola me l'hai suggerita. Identificativi sui caschi o gli scudi. Sarebbero inutili nel momento in cui, a seguito di denuncia, la magistratura comunque non procedesse a dovere, ma sarebbe un inizio per inchiodare questi delinquenti alle proprie responsabilità
E' chiaro che il numero identificativo non darebbe la certezza di colpire il vero colpevole, però sarebbe già un passo avanti notevole.
RispondiEliminaAd esempio: se delle foto o immagini mostrano il poliziotto numero 6666 fare un sorpruso, il cittadino può denunciarlo e la magistratura chiederà alla polizia "chi è il numero 6666?". La polizia potrà mentire, e scaricare la colpa su un altro, o dovrà dire la verità.
Se poi il poliziotto messo in mezzo sta zitto e subisce, cazzi suoi.
L'importante è che la sbirraglia sappia che, oggi, con telefonini e telecamere, è possibile riprendere tutto: se ci fossero gli identificativi sui caschi, sicuramente gli esaltati in divisa diminuirebbero la loro forza.