E' successo anche ieri sera. Un ragazzo è stato pestato a sangue da due vigili urbani, dopo Roma - Siena. Il comandante dei vigili urbani chiarisce: "Ha provocato e aggredito i vigili, che hanno reagito". Il sindacato afferma: "si è ferito resistendo all'ammanettamento". Due versioni PALESEMENTE contrastanti, ma entrambe indicherebbero che i vigili non hanno colpe.
Invece poi si scopre che una lettrice di La Repubblica telefona alla redazione romana e racconta la verità: "E' accaduto su viale Angelico, intorno alle 22.40. Due motociclisti della municipale hanno fermato un ragazzo a bordo di uno scooter. Avrà avuto diciassette, forse diciotto anni. Lo hanno fatto scendere, poi gli hanno messo le manette ai polsi. E uno ha iniziato a prenderlo a pugni. Lo ha anche colpito al volto con il casco". Continua: "Era una maschera di sangue - racconta ancora - aveva un occhio ridotto malissimo. Quel poveretto per la paura se l'è addirittura fatta sotto".
Un altro testimone, Lorenzo Basile, che ha addirittura lasciato le proprie generalità alla polizia perchè vuole testimoniare contro i due vigilantes della municipale, racconta: "Ho visto un vigile enorme, che potrei riconoscere tra mille e che aveva buttato in mezzo alla strada quel ragazzino. Poi lo ha fatto alzare e ha provato ad ammanettarlo vicino a un cancello in viale Angelico, ma il giovane si divincolava e non ci è riuscito. Alla fine le manette sono scattate: una volta bloccato il ragazzo, però, il vigile lo ha colpito con 4 o 5pugni fortissimi in pieno volto, e il sangue ha iniziato a uscire".
Come al solito, invece di condannare questi macellai in divisa che gettano discredito su tutte le persone che lavorano nelle forze dell'ordine, i dirigenti di questi corpi difendono
a prescindere questi delinquenti. Ancora una volta, se non vi fosse stata una telefonata alla redazione di un giornale o se non si fosse fatto un capannello di persone intorno al luogo del fatto, la "versione ufficiale" sarebbe stata quella di un delinquente che aggredisce un tutore dell'ordine, il quale PER DIFENDERSI lo ha pestato.
Ancora una volta. Per l'ennesima volta.
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