Senza Umberto Bossi, i leghisti sarebbero ancora ciò che sempre sono stati: bifolchi razzisti e usuali frequentatori dei bar delle valli settentrionali. Umberto Bossi ha preso questi avventori da bar e li ha fatti diventare consiglieri, sindaci, ministri della Repubblica.
Il Padre del Trota, ormai sempre più sbiascicante, è un vero è proprio mito per quelle genti. Non ci sorprende, quindi, che le boiate secessioniste sbiascicante da Bossi sul palco della Festa dei Popoli Sedicenti Padani vengano prese sul serio da questi esemplari.
Ovviamente, pur di giustificare il loro leader, i leghisti utilizzano argomenti francamente imbarazzanti. L'ultimo colpo di genio è di quella ameba di Reguzzoni, che ha spiegato: Bossi è un vero democratico, perchè riconosce che la sovranità appartiene al Popolo ed è il Popolo che deve decidere sulla secessione; anche il Capo dello Stato deve attenersi alla volontà popolare.
Reguzzoni dimostra, con questa frase, di avere una profonda ignoranza costituzionale. Ed è il capogruppo del Carroccio a Monte Citorio! E' vero che la sovranità appartiene al Popolo, ma Reguzzoni dimentica di aggiungere "che lo esercita nei limiti della Costituzione". E la Costituzione un limite lo pone: l'Italia è una e indivisibile.
Non voglio passare per il difensore dell'Unità d'Italia, anche perchè da questa Unità solo il Nord ci ha guadagnato, mentre il Sud ci ha perso.
Voglio solo far capire ai bifolchi leghisti che la via referendaria non è percorribile: o ci si siede intorno ad un tavolo e si dà al CentroSud ciò che è stato depredato in 150 anni, o si prendano i fucili della Val Brembana e si faccia la rivoluzione.
Tertium non datur.
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