giovedì 29 settembre 2011

Sulla perfezione



La perfezione non può essere un obiettivo, una meta.
La perfezione deve essere una tendenza, un anelito.

Cos'è la perfezione? Per un artista classicista, è l'equilibrio della forma. Per un artista contemporaneo, è l'imperfezione del gesto d'arte. Per uno scrittore, è il romanzo completo nello stile e nel contenuto. Per un poeta, è una poesia che emoziona. Per un musicista, è il suono di uno strumento o di una orchestra. Per un cantante, è l'acuto inimitabile.

Per l'uomo saggio, la perfezione non può che essere l'armonia. La ricerca della perfezione, la tendenza alla perfezione, non può che realizzarsi nell'armonia: tra il suo spirito e il suo corpo, tra il suo IO e gli altri, tra lui e la natura.
Armonia non significa ordine. L'uomo saggio non deve tendere all'ordine, quello è compito dei politici (anzi, dei politicanti): le dittature erano l'impero dell'ordine, eppure non vi era in esse un briciolo di armonia. Stesso dicasi per le liberaldemocrazie capitaliste: ordinate e disarmoniche.

L'armonia è in un gesto, in un suono, in un respiro, in un bacio, in un pranzo, in un soffio di vento, in uno scritto, in una nota musicale.
L'uomo saggio sa che solo passeggiando sui sentieri dell'Armonia è possibile tendere alla Perfezione. Senza raggiungerla mai. Perchè la perfezione non si può raggiungere.

La perfezione non può, anzi non deve, essere una meta.
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