Prima l'Algeria, ora la Tunisia. Nell'anno 2011 ci sono ancora rivolte... PER IL PANE! Non stiamo parlando dell'Africa Nera (e pure sarebbe gravissimo, al giorno d'oggi): parliamo del Magreb, cioè della parte più sviluppata, più "occidentale" del continente africano. L'opulente Occidente, che si presenta a tutti noi come "il migliore dei mondi possibili", ha convinto i governi di Algeria e Tunisia che la via liberale e liberista, l'apertura dei mercati egli investimenti e alle attività europee e americane, fosse la via maestra per uno sviluppo massiccio della zona nord-africana. In pratica, hanno propinato ai tunisini e agli algerini le stesse balle che hanno propinato ai russi e ai tedeschi dell'est, quando si trattò di far crollare il comunismo. Ed oggi ci troviamo la Russia in mano alla mafia (potentissima) e con i comunisti al 25 %, mentre nei territori della ex Germania Est gli eredi del partito socialcomunista (la SED) raggiungono percentuali vicine al 35 % e governano varie città tedesche orientali. Per non parlare, poi, del proliferare dei fenomeni ultranazionalisti e xenofobi, della crescita esponenziale delle malavite, dell'impoverimento costante del Welfare state. Russia e Germania orientale avevano, fortuna loro, una base decennale di welfare che ha consentito a quei paesi e quei popoli di non naufragare completamente. Tutto ciò, invece, manca in Algeria e Tunisia: sicchè la crisi (prima finanziaria, poi economica) che ha investito tutte le economie di modello "occidentale" si è tradotta, nel Magreb, in crescita esponenziale dei prezzi dei beni primari, tra cui il pane!
Post scriptum: secondo i dati del Fondo Monetario Internazionale, la disoccupazione giovanile in algeria è al 20%. Sapete quanto è la disoccupazione giovanile nel Sud italia? 33%. Fate vobis.
Nessun commento:
Posta un commento