mercoledì 12 gennaio 2011

I Blues dell'Oligarca - 1




Johnny Lee suonava il blues.
Una chitarra accordata male
ed una voce rotta
dalla schiavitù della sua gente.
Johnny Lee era un negro,
oggi si direbbe "di colore":
almeno un colore loro ce l'hanno
mica sono pallidi come noi altri.

I posti su bus erano riservati
alla razza eletta:
ma eletta da chi?
Non si è mai saputo,
visto che Dio è negro
ed ha i capelli rasta.

Il cotone delle nostre camicie
era raccolto dalle mani callose
di quelli chiamati negri.
I pomodori sulle nostre tavole
sono raccolti dalle mani callose
di quelli chiamati extracomunitari.
Hanno cambiato il nome,
reso più accettabile
il loro razzismo.

Boom boom!
Una bomba.
Gettata contro il Sistema
e il suo becero razzismo.
Nessun vietcong
mi ha mai chiamato "negro",
nessuno straniero
mi ha mai chiamato "terrone".

Italiano per nascita,
sudista per grazia di Dio.




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