sabato 15 gennaio 2011

Mirafiori: gli operai non cedono




Adesso è ufficiale: ha vinto il SI nel referendum di Mirafiori riguardante l'accordo tra Fiat e sindacati (tranne la Fiom-CGIL) firmato il 23 dicembre scorso.

Il SI ha vinto con 2.735 voti, pari al 54,05%. A votare NO sono stati invece in 2.325 (45,95%), mentre le schede nulle e bianche sono state complessivamente 59. In pratica, la differenza tra i due "schieramenti" è stata di 410 voti. Sapete quanti sono stati gli impiegati, i colletti bianchi, che hanno votato a favore dell'accordo? 421. Ciò significa che Marchionne ha vinto solo grazie all'apporto dei colletti bianchi e inamidati, mentre gli operai della catena di montaggio, cioè coloro che vivono sulla propria pelle la fatica del lavoro quotidiano, hanno massicciamente ricusato l'accordo. Sconfitto Marchionne, che ottiene una vittoria di Pirro. Umiliati i sindacati firmatari dell'accordo: Fim e Uilm sono stati percepiti dai lavoratori come dei sindacati gialli; della Fismic non parlo nemmeno.

Nessuno può esultare, sia chiaro. Ma visto che l'offensiva mediatica di regime era tutta pro-Marchionne e anti-Fiom, e visto che le previsioni del voto davano la vittoria del SI sopra quel 63 % di Pomigliano che fece infuriare Marchionne, nessuno si aspettava una grande prova di forza di quella "classe operaia" di cui nessuno, nemmeno a sinistra, si preoccupa più.

Dovevate vederle, ieri sera, le faccie del Sistema: tutti convinti di vincere facilmente, tutti inviperiti non appena si è scoperto che solo i colletti bianchi potevano dare la vittoria a Marchionne. Uno su tutti, Oscar Giannino. Presente nella trasmissione "L'ultima parola" con un completo inguardabile, una cravatta verde intonata ai calzini, un bastone da aristocratico de noantri, Oscar Giannino ha prima elogiato l'accordo, poi si è demoralizzato quando ha visto i primi risultati, infine è stato umiliato da quel diavolaccio di Luca Telese, che era in collegamento da Mirafiori.

Per non parlare di Formigoni, del presidente del Piemonte Cota. Gli unici a tenere botta, il politologo Marco Revelli ed uno stranamente forte Oliviero Diliberto. Il servo del potere, Gianluigi Paragone, ha più volte tentato la via della provocazione e della (dis)informazione a senso unico, ma non gli è riuscito il giochetto.

Onore agli operai che hanno votato NO. Siete stati l'esempio di tutti quei lavoratori che per paura o crumiraggio non reagiscono mai alla prepotenza del Padrone. I padroni son sempre padroni.

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