sabato 8 gennaio 2011

Giorgio, di quale nazione parli?




Si stanno ancora spellando le mani, quelli della sedicente "opposizione", per applaudire il richiamo fatto dal Presidente della Repubblica a quei porci della Lega Nord: "A forze politiche che hanno un significativo ruolo di rappresentanza democratica sul piano nazionale, e lo hanno in misure rilevante in una parte del Paese, vorrei dire che il ritrarsi o il trattenere le istituzioni, dall'impegno per il centocinquantenario non giova a nessuno". In pratica, Giorgio Napolitano ha invitato quelli della Lega a farla finita con la farsa del non festeggiare il 150esimo anniversario della "Unità d'Italia".

Giusto. Tutto giusto. Giorgione ha, però, dimenticato di dire ai leghisti perchè farebbero bene, anzi benissimo, a festeggiare questa ricorrenza: perchè grazie alla colonizzazione del Sud, all'impoverimento delle terre e allo sterminio delle genti meridionali, il Nord della penisola italica ha potuto svilupparsi prosperare , fino a chiedere OGGI di separarsi. E certo: una volta succhiato fino all'osso il Sud, meglio abbandonarlo a se stesso. La palla al piede terrona.


Giorgio, di cosa si festeggia il 150esimo anniversario? Io, che sono napoletano e vivo e lavoro fuori dalla mia terra natia, cosa dovrei festeggiare? La disoccupazione al 25 %? Quella giovanile al 33%? Le infrastrutture da terzo mondo? Il proliferare delle mafie grazie ai soldi e agli affari con le aziende del nord? La munnezza per strada? La Sicilia (un'isola!) che ha ancora il problema dell'acqua? La Calabria, regione più povera d'Europa?

Chi devo ringraziare se io e i miei fratelli, i nostri padri, i nostri nonni, i nostri bisnonni riusciamo a realizzare una misera idea di vita solo a nord del Garigliano? Meglio ancora se superiamo le Alpi o varchiamo l'Oceano!


Giorgio, di quale nazione parli? Di quella che oggi, anno 2011, ancora mi definisce terrone o camorrista solo perchè sulla carta d'identità c'è scritto "nato a Napoli"?

Sai che ti dico, Giorgio? Io sono italiano per nascita, ma sudista per grazia di Dio.

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