venerdì 20 maggio 2011

In Spagna vogliono una "Democracia Real"








Da qualche giorno, i mass media europei (e qualche italiano) stanno ponendo sotto la luce dei riflettori le vicende spagnole. Nel paese iberico, una massa enorme di persone, per lo più giovani precari e disoccupati, è scesa in piazza per manifestare la loro sfiducia nei confronti di TUTTI i partiti esistenti in Spagna, e per sostituire al sistema dei partiti (la Casta) un sistema realmente democratico.
Potrebbe sembrare utopistico, detto in questi termini. Eppure i manifestanti hanno discusso ed approvato un documento programmatico, una "piattaforma" di rivendicazioni politiche e sociali, che è tutt'altro che utopistica.
Essi chiedono, al primo punto, la soppressione dei privilegi della classe politica, accusata di assenteismo e menefreghismo, di percepire stipendi troppo alti che andrebbero equiparati agli stipendi degli altri dipendenti statali, di utilizzare l'immunità e la prescrizione per evitare processi e condanne.
Chiedono nuovi posti di lavoro, tramite una riduzione dell'orario di lavoro a parità di salario, sgravi fiscali per le aziende che hanno meno del 10% dei dipendenti a tempo determinato, sussidio di disoccupazione fino a quando non verrà raggiunta la disoccupazione strutturale nazionale (5%).
Chiedono misure per la casa, come l'esprorio delle abitazioni edificate in stock e che non sono state vendute per metterle nel mercato in regime di locazione protetta e sovvenzioni alla locazione per giovani e cittadini con bassi redditi.
Chiedono un maggior intervento pubblico in settori strategici, come la sanità, l'istruzione, i trasporti e l'accesso al credito (banche).
Chiedono il ripristino della tassa sui ricchi, una nuova tassa sugli enti bancari e l'introduzione della Tobin Tax.
Infine, chiedono maggior partecipazione e potere decisionale: referendum obbligatori per la ricezione o meno delle direttive europee; libertà di informazione e di navigazione in internet; modificazione in senso totalmente proporzionale della legge elettorale; indipendenza totale del potere giudiziario (magistratura) dall'Esecutivo.

Come si può notare, le richieste della piattaforma di Democracia Real sono assolutamente fattibili. Molte sono a costo zero. Viene spiegato anche come finanziarie quelle che hanno un costo. Si è calcolato che con la riduzione degli stipendi e dei privilegi della casta, a cui vanno aggiunte tutte le tasse che sono state sopra elencate, si possano fare TRE finanziarie in Spagna.

L’imminenza delle elezioni amministrative, che il prossimo 22 maggio riguarderanno più di 8000 comuni spagnoli – e delle autonomiche, per 13 delle 17 comunità autonome – fa sì che il dissenso venga riportato con forza sulla classe politica in toto, declinando questo “Qué se vayan tod@s” in uno specifico “No les votes!” (non votarli!), un appello all’astensionismo che riunisce nello stesso disprezzo PP, PSOE e qualsiasi altro partito, perché “senza il nostro voto non sono nulla”.

“Senza casa, senza lavoro, senza pensione, senza PAURA!” è uno degli slogan più ripetuti da questo movimento, che trova le proprie fondamenta nella rete sociale allargata fra realtà molteplici, e nei social network il proprio altoparlante - Facebook e Twitter in testa.
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