mercoledì 18 maggio 2011

Più vicini a Pisapia, come è giusto che sia






“Guardando le posizioni degli attivisti sono principalmente se votare o no, ma in caso di voto molti si sono espressi per il centrosinistra”. “Io – spiega in conferenza stampa non andrò a votare perché ho la residenza a Segrate, ma se vivessi a Milano andrei a votare per Giuliano Pisapia”.

Così parlò Mattia Calise, candidato a sindaco di Milano per il MoVimento 5 Stelle e capace di far convergere sulla propria candidatura il 3,2 % di voti. Se si potessero ipoteticamente sommare al 48% di Giuliano Pisapia, quest'ultimo diventerebbe sindaco di Milano senza dover cercare accordi con altri partiti.
Sappiamo bene, però, che questa somma matematica non ha valore, in quanto è notorio che in occasione dei ballottaggi l'affluenza alle urne subisce una flessione. In genere, ai ballottaggi sono sfavoriti i candidati di Destra, ma trattandosi di Milano, cioè del feudo berlusconiano e leghista, questi ragionamenti lasciano il tempo che trovano.

Confrontando il programma del MoVimento con quelli di Pisapia e Moratti, balza subito all'occhio che con Pisapia vi sono maggiori convergenze, se non addirittura identità. A ciò va aggiunta la preoccupazione, condivisa da Pisapia e dal MoV, che il Progetto Expo gestito da una nuova giunta Moratti rappresenti un pericolo ambientale, occupazionale e, diciamolo chiaramente, anche malavitoso, in quanto è molto probabile che le mafie abbiano maggiori e proficui contatti con chi da decenni detiene il potere politico (e, quindi, di indirizzo economico). Pisapia rappresenterebbe una rottura dei vecchi schemi di potere, delle vecchie logiche clientelari, e potrebbe aprire la strada a qualcosa di nuovo.
Sarà anche meglio? Ai posteri l'ardua sentenza.

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