martedì 10 dicembre 2013

Ucraina in rivolta, per cambiare padrone



Il mio articolo pubblicato sul sito di Insorgenza Civile :

Sono giorni che la stampa europea dedica le prime pagine e svariati approfondimenti ai “venti di rivolta in Ucraina”.

In effetti, migliaia di persone sono scese in piazza ed hanno occupato le sedi delle istituzioni della repubblica ucraina a seguito dell’annunciato NO del presidente Janukovich all’ingresso dell’Ucraina in Europa: una metodologia di lotta interessante, che andrebbe approfondita.

Ovviamente, pennivendoli di ogni risma si sono affrettati a stigmatizzare la posizione di Janukovich, accusato di servilismo nei confronti della Russia putiniana e di scarsa lungimiranza: l’Europa è un fatto ineludibile, fuori da ogni discussione, e solo i folli non vorrebbero entrarci.

In realtà, alla base della decisione di Janukovich vi sono varie motivazioni di carattere pratico, non certo “ideale”: l’analisi, e il conseguente terrore, delle conseguenze che la crisi economica ha avuto sulle nazioni europee con economia meno forte; l’indisponibilità di Bruxelles a discutere molte delle condizioni-capestro che manderebbero a gambe all’aria la già fragile economia ucraina; il pesante debito che l’Ucraina ha contratto nei confronti della Russia, soprattutto per quanto concerne gli approvvigionamenti energetici.

Contro Janukovich troviamo un variegato “fronte democratico”, stando alle formulazioni della stampa liberaldemocratica ed europeista; in realtà, l’opposizione si compone di fascisti e nazionalisti di Svoboda alleati coi liberisti di Alleanza Democratica, fino agli arancioni orfani della Tymosenko: di democratico c’è ben poco, ma alla stampa europea non interessa sottilizzare.

E’ molto più urgente distruggere ogni tentativo di opposizione all’espansione dell’Unione (Bancaria e Finanziaria) Europea verso Est, magari foraggiando le rivolte locali.

I cittadini ucraini si stanno rendendo conto che, piuttosto che la Libertà tanto agognata, stanno semplicemente rischiando di cambiare padrone? La storia recente e lontana insegna che le vere, le uniche liberazioni avvengono dentro al Popolo e dal Popolo, non grazie a qualche forza esterna (politica, economica, finanziaria, militare). La distruzione dell’ultima statua di Lenin presente in Ucraina, che ha stimolato le pratiche onanistiche dei tanti Bruno Vespa europei, non è un simbolo di liberazione: rischia semplicemente di simboleggiare il cambio di guinzaglio.
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