giovedì 5 dicembre 2013

Vite Passate



Da tempo riflettevo sulla necessità di far diventare L'Insorgente qualcosa di più di un semplice blog personale, dove il sottoscritto dava semplicemente sfogo alle proprie passioni, polemiche, riflessioni. 
Credo profondamente che tutto ciò che pensiamo, diciamo, scriviamo, dipingiamo... insomma, ogni nostra creazione non appartiene solo a noi. Non avremmo mai potuto realizzare qualcosa (una poesia, una canzone, un romanzo, un dipinto, una scultura, un film) senza ricevere influenze da ogni parte: dal nostro quartiere, dai nostri amici, dal lavoro che facciamo, dai libri che leggiamo, dai film che vediamo, dalla musica che ascoltiamo.
Tutto è in relazione. Tutto è paritario. Una sorta di baratto mistico-mentale. Senza competizione. Senza profitto. Senza major o editori del cazzo. Hai qualcosa da dire? Sull'Insorgente puoi farlo. Hai ancora una fiamma dentro? Non la far spegnere.
Libertà. Comunità. Poesia. Rivolta. Negazione.

C'è chi ha risposto all'appello. Lo conosco da anni, e so che anche la sua fiaccola arde ancora, nonostante la vita abbia provato e provi ogni giorno a spegnerla. Ha scritto una poesia grunge: valutate voi, secondo me è clamorosamente bella. Si intitola "Vite Passate", e l'autore si chiama Fabrizio.

Inciampo nella disfatta 
Circondato da un grumo di gente
Rigetto pensieri di carta
Inondato da ciò che si sente

con la mente ritorno al passato
le mie mani si muovono lente
conati per ciò che ho mangiato
ed il viso diviene bollente 

ripenso a ciò che son stato
e a ciò che rifiuto abilmente
ritrovo un sorriso ormai perso
per ciò che pensava la gente

Mi chiedo cos’è mai successo
Al ragazzo che irrideva la sorte
E ritrovo ginocchia sbucciate
E le scarpe sempre più rotte

Così Immerso tra le piaghe del tempo
dedicandoti queste poche righe
concludo magari in un modo violento
con un bel brindisi alle nostre nuove vite
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