mercoledì 30 marzo 2011

La bocca degli stolti




La bocca degli stolti è uguale alla nostra. Ha i denti, le labbra, le carie ed il tartaro. La bocca degli stolti si differenzia da tutte le altre bocche per una differenza sostanziale: da essa fuoriescono stronzate.

Il vicepresidente del Cnr, Roberto de Mattei, in una intervista ha Radio Maria ha sostenuto che i terremoti sono "una voce terribile ma paterna della volontà di Dio". Il terremoto in Giappone, giusto per citare l'ultimo, sarebbe l'espressione della volontà di Dio? Difficile da sostenere, sempre che si voglia argomentare una tale affermazione. Il vicepresidente del Cnr dovrebbe saperlo: ogni teoria va argomentata, ogni intuizione va sperimentata prima di divenir teorema o corollario. Allora vorrei chiedere al signor de Mattei: mi spiega PERCHE' i terremoti sarebbero dimostrazione della volontà di Dio???


Questa frase mi ha ricordato un altro episodio: stavo frequentando il corso pre-matrimoniale con Rachele, quando uno degli "insegnanti" (un laico, non un prete) affermò che il suo licenziamento, avvenuto negli anni di Tangentopoli a seguito della chiusura della azienda presso cui lavorava in quanto il proprietario fu arrestato, processato e condannato, fosse da considerarsi come "l'espressione della volontà di Dio che ci mette alla prova". Dopo tale affermazione, chiesi la parola ed intervenni. Dissi chiaramente che il suo licenziamento non era imputabile a Dio, ma solo a quel mariuolo del suo capo. Era la prima volta che intervenivo, e fu anche l'ultima. Quella frase, però, non potevo farla passare: dare la colpa a Dio (o alla Sfortuna, o alla Natura, o agli Altri, ecc...) è uno sport troppo praticato.

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martedì 29 marzo 2011

Tragedia di Tor Pagnotta




Un dramamtico caso di omicidio/suicidio ieri sera nel quartiere Tor Pagnotta, alle porte di Roma.

Nulla di misterioso: si conosce il nome della vittima e dell'assassina/suicida.

Se c'è un mistero, riguarda il movente. Può la mente umana concepire una cosa del genere? Si, assolutamente si. Cosa è passato nella testa di questa madre per arrivare a compiere un delitto così efferato? Mistero. Appunto.


http://www.corriereromano.it/roma-notizie/10250/delitto-di-tor-pagnotta-la-dinamica.html Ancora non è stata chiarita la dinamica della tragedia che ha colpito una famiglia romana a Tor Pagnotta. Paola, 46 anni, insegnante di educazione fisica, domenica scorsa ha improvvisamente accoltellato la figlia di 8 anni. La bimba è poi caduta dal quarto piano e la mamma l’ha seguita poco dopo gettandosi dal balcone. Una domenica di follia nell’appartamento di via Lucio Lombardo Radice 104 che i carabinieri della compagnia di Pomezia stanno tentando di ricostruire. Le coltellate inferte al petto e al collo della bimba da parte della madre non sarebbero state letali. Gli esami del Ris delle tracce di sangue ritrovate in varie camere dell’appartamento chiariranno meglio quanto avvenuto. Gli inquirenti non escludono che ci sia stato una colluttazione, un inseguimento e che poi, per fuggire dall’aggressione della mamma, la piccola di 8 anni si sia gettata nel vuoto. I carabinieri hanno interrogato i vicini di casa della famiglia romana; nessuno ha dichiarato di aver udito urla o rumori che potevano far intendere un litigio, sia nel giorno della tragedia che in passato. Anche il marito, un cinquantenne dirigente di un azienda di telefonia e che era fuori casa con gli altri due figli, non è riuscito a spiegare il gesto né a intuirne le cause. Una famiglia tranquilla, come tante, raccontanto nel quartiere, con tre figli e un matrimonio senza problemi apparenti. Paola, in passato, aveva accusato qualche malessere mentale, ed era stata in cura da uno specialista ma niente di grave tanto da presagire un gesto cosi’ estremo.


http://www.corriereromano.it/roma-notizie/10235/delitto-a-tor-pagnotta-la-follia-di-una-mamma.html Non c'è l’ha fatta. E' morta nella notte Paola, la signora di 46 anni che nella serata di ieri ha ucciso a coltellate la figlia di 8 anni e poi l’ha buttata giù dal quarto piano. Subito dopo anche lei si è gettata nel vuoto riportando lesioni gravissime a cui non è sopravvissuta. Il giorno dopo lo sconvolgente delitto, il quartiere di Tor Pagnotta si interroga, più di una persona, forse un vicino o un conoscente, porta un mazzo di fiori davanti al portone del condominio. Nel complesso residenziale, a due passi da via laurentina e il Grande racordo anulare, un silenzio imbarazzante riempe il cortile. In molti si fermano di fronte a via Lombardo Radice 104, per un pensiero, o una preghiera. "Siamo sconvolti -racconta una signora- siamo tutti genitori o nonni ed una tragedia del genere che succede a pochi metri da casa propria ti fa pensare. Una cosa incredibile, sono senza parole". "Erano una famiglia normale come tante altre - spiegano alcuni parenti della donna di 46 anni-. Lui è un dirigente di una società telefonica, lei era un'insegnante di educazione fisica. Sapevamo che era in cura da uno psicologo, ma mai aveva espresso l'intenzione di suicidarsi. Andava regolarmente al lavoro, non è mai stata ricoverata. Insomma nessuno si aspettava una cosa del genere". "Ieri ho sentito un gran rumore, pensavano fossero bambini che giocavano nel cortile. -racconta un signore che abita nello stesso complesso residenziale di via Radice- poi mi sono affacciato, sono sceso e ho visto quel corpo, ancora agonizzante. Abbiamo suonato al citofono ma nel condominio nessuno ha risposto, così i vigili del fuoco hanno sfondato la porta. I carabinieri hanno trovato nella casa alcune macchie di sangue". La tragedia si è consumata nella tarda serata di domenica; la mamma, insegnante di educazione fisica di una scuola a sud di Roma, era in casa con la bimba di otto anni. Il convivente era uscito con gli altri due figli. La famiglia era quindi fuori casa quando l’insegnante ha perso la testa aggredendo la figlia; due coltellate, di cui una profonda al petto. La piccola, probabilmente già priva di conoscenza, è stata poi gettata dal balcone del quarto piano, la mamma si è buttata subito dopo. Un delitto forse legato alla depressione, di cui la donna soffriva da tempo. La 45enne, secondo alcune testimonianze, era in cura presso una struttura specializzata. Il convivente, un cinquantenne, èstato interrogato a lungo dai Carabinieri. L’uomo –in evidente stato di choc- non è riuscito a spiegare cosa sia successo né il perché.

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Omicidio all'Ardeatina


E' ancora presto per parlare di "Mostro dell'Ardeatina". Men che meno possiamo dafinirlo "Serial Killer", visto che per essere classificato in questo modo un assassino deve compiere almeno tre omicidi in un arco lungo di tempo, ed aventi in genere caratteristiche comuni (ad esempio, utilizzo della medesima arma, medesima metodologia, medesimo luogo d'azione, vittime appartenenti ad un medesimo gruppo, ecc...).

Ho deciso di aprire questo post per aggiornarvi sugli sviluppi delle indagini riguardanti uno dei più efferati delitti mai compiuti in Italia. Credo, infine, che possa essere utile anche per me, come fonte di ispirazione per futuri racconti e/o romanzi.

L'aggiornamento avverrà secondo il seguente ordine cronologico: dalla notizia più recente alla notizia più vecchia.


Partiamo subito:


http://www.dazebaonews.it/primo-piano/item/2389-roma-il-giallo-del-cadavere-mutilato-sulle-tracce-del-macellaio-dellardeatina ROMA - Potrebbe essere una settimana importante questa per gli sviluppi relativi alle indagini sul corpo mutilato ritrovato esattamente una settimana fa nei pressi della via Ardeatina a Porta Medaglia. Soprattutto si procederà nel tentativo di dare un nome alla vittima, che per ora risulta solo avere un'età compresa tra i 20 e i 40 anni. Considerato che le impronte della vittima non erano presenti nelle banche dati dell'Afis, le indagini si sono estese non solo a tutta Italia ma anche a livello internazionale con ricerche negli archivi delle impronte digitali. Sul corpo sono state inoltre rinvenute tracce organiche estranee alla donna, capelli, frammenti di pelle e sangue sotto le unghie che potrebbero risalire all'identità dell'assassino. Dopo avere ascoltato i residenti della zona, battuto tutti i casolari, gli investigatori stanno analizzando le immagini registrate dal satellite, effettuando indagini sulle cellule telefoniche e vagliando archivi per trovare casi simili. Sono giunti ad alcune conclusioni che non risolvono sicuramente il giallo ma che costituiscono dei tasselli importanti di questo delitto inquietante per arrivare all'identikit dell'omicida. E' stata tra le altre cose rintracciata la trans di cui non si avevano notizie dall'8 marzo, che era solita stazionare nei pressi del fazzoletto di terra su cui è stato rinvenuto il cadavere e che si supponeva potesse aver visto qualcosa. In realtà l'interrogatorio non ha aggiunto molto alle indagini semmai ha confermato che fino alle 17 del 7 marzo, giorno precedente al macabro ritrovamento non c'era nessun corpo. Così come il cellulare ritrovato sul posto che inizialmente sembrava potesse aprire una nuova pista, è risultato invece essere di un ciclista che lo aveva perso circa due settimane prima e quindi del tutto estraneo alla vicenda. Al momento gli investigatori stanno cercando di tracciare un profilo psicologico di quello che è stato ribattezzato il “macellaio dell'Ardeatina”. Esclusa ormai del tutto la pista del rituale satanico è certo che si sia trattato di un omicidio ben ponderato, commesso probabilmente da un “feticista”, una sorta di collezionista di organi che sembra abbia potuto impiegare fino a due ore, considerata la perizia simile a quella di un medico, per asportare gli organi interni, che non sarebbero stati espiantati per facilitare il trasporto del corpo ma con uno scopo ben più preciso e maniacale. Inoltre l'assassino dovrebbe disporre di un “posto tranquillo” dove si è potuto accanire sul corpo della sua vittima, senza problema di farsi notare, sentire ed anche di cancellare e ripulire le tracce. Si presuppone inoltre che il killer abbia una corporatura piuttosto robusta vista la ferocia con cui ha eviscerato e amputato gli arti della donna. Gli investigatori stanno lavorando anche per cercare di comprendere se il killer abbia già potuto uccidere in precedenza. Inoltre nonostante non siano stati individuati casi analoghi in Italia, si sta cercando un eventuale nesso con due teschi ritrovati a gennaio, a un giorno di distanza l'uno dall'altro, nella zona di Valle Aurelia, e al Parco degli Aquedotti e anche con uno scheletro assemblato con ossa di 5 differenti persone, ritrovato a luglio 2007 alla Magliana. Agli uomini della squadra mobili si sono uniti anche quelli dell'Unità di analisi crimini violenti che utilizza un sistema informatico avanzatissimo, il “Sasc” che è in grado di collegare reati avvenuti in tempi e luoghi differenti anche non connesi tra loro. Ciò che gli investigatori non escludono è che trattandosi di un serial killer potrebbe anche tornare ad uccidere.
http://www.corriereromano.it/roma-notizie/10137/cadavere-di-via-ardeatina-si-cerca-nel-dna.html Sul corpo di donna ritrovato in un campo in zona Ardeatina a Roma, sono state ritrovate varie tracce di dna, sulle quali, in queste ore, sono a lavoro gli inquirenti, per un confronto incrociato con quelle presenti nelle loro banche dati, che riguardano persone scomparse e resti di cadaveri trovati a Roma negli ultimi anni. In generale, gli investigatori sono alla ricerca di tracce biologiche, impronte e tessuti epiteliali (peli e pelle) appartenenti ad altre persone, che possano suggerire una pista preferenziale di indagine. A tal proposito si sta analizzando anche un filo metallico rinvenuto proprio all’interno del corpo della donna. Tale filo sarebbe stato usato per il trasporto del cadavere, come una tracolla. Aspetti macabri questi, che comunque, per ora, non convincono del tutto i magistrati di piazzale Clodio sulla ipotetica tesi del serial killer. Stefano Pesce
http://www.corriereromano.it/roma-notizie/10130/indagini-omicidio-via-ardeatina.html La polizia ha rintracciato il transessuale che era scomparso martedì scorso nello stesso giorno del ritrovamento del cadavere mutilato di una donna, in via Ardeatina. Gli investigatori pensavano che la trans potesse aver visto qualcosa di troppo e per questo era scomparsa. In realtà ha raccontato che alle 17 di lunedì, un giorno prima del ritrovamento del cadavere, sicuramente quel corpo ancora non era stato abbandonato nel campo tra via di porta Medaglia e via Ardeatina. "Quella notte non c'ero, sono andata via da quel posto alle 17 del giorno precedente". Ha detto agli investigatori la trans che abitualmente si prostituiva in via di Porta Medaglia. L’assassino, quindi, avrebbe scaricato il cadavere, mutilato della testa e delle gambe, probabilmente nella notte tra lunedì 7 marzo e la mattina dell’8. La polizia sta effettuando anche degli accertamenti su un telefono cellulare trovato nei pressi del cadavere, anche se finora le indagini sul telefonino non avrebbero portato ad alcun risultato. Nessun indizio utile è arrivato dalle foto del satellite civile perchè mancano le immagini proprio delle ore in cui si presume il cadavere sia stato lasciato. Un apporto potrebbe arrivare dalle immagini del satellite militare. Tra i pochi elementi nelle mani degli investigatori ci sono i resti di indumenti della vittima: un giubbotto nero con una scritta bianca sul retro, una maglietta grigia di lana, un anello a fascia di metallo, un accendino che si trovava nella tasca del giubbotto. La vittima aveva mani curate con smalto fucsia sulle unghie. Dalle analisi invece sul corpo della vittima, che avrebbe tra i 20 e i 40 anni, trovato senza testa né gambe e senza organi interni, è emerso che la donna potrebbe esse stata uccisa meno di una settimana prima del ritrovamento. Le analisi sulla coagulazione del sangue potrebbero infine fornire ulteriori elementi sulle modalità di conservazione del cadavere da parte dell’assassino. L’omicida potrebbe aver nascosto il corpo in un frigo prima di farlo a pezzi e lasciarlo su via Ardeatina. COLLEZIONISTA DI ORGANI - Gli organi di quel corpo femminile mutilato, che una volta aveva un'identità, sono finiti forse in un freezer o nello stomaco di un ''collezionista di organi''. Ed erano per l'assassino oggetti da contemplare o per nutrirsi. È l'ultima pista investigativa che si affaccia sempre più insistentemente sul caso del rinvenimento del corpo di una donna, privo di organi e senza testa nè gambe. Un caso che per la polizia "non ha precedenti in Italia". Se nelle prossime ore altri elementi dovessero confermare questa ipotesi, ne emergerebbe il profilo di un feticista estremo, che avrebbe conservato gli organi interni della vittima dopo averli espiantati. Secondo gli inquirenti, infatti, l'omicida "non avrebbe asportato gli organi per facilitare il trasporto del cadavere". Cuore, polmoni, fegato, pancreas e interiora sono stati portati via da quel corpo come fossero reliquie.
http://www.corriereromano.it/roma-notizie/10104/indagini-omicidio-su-via-ardeatina.html Ha cercato di difendersi la donna uccisa e poi mutilata e il cui corpo è stato ritrovato due giorni fa in un campo in zona Ardeatina. Sotto le sue unghie della donna potrebbero esserci tracce del dna dell'assassino. Intanto, dai primi esami autoptici, emergono elementi che chiariscono, almeno in parte, quanto accaduto. La donna è stata colpita con tre coltellate, una alla schiena e due all'addome. E alcuni segni, graffi, ritrovati sulle braccia fanno ipotizzare un tentativo di difesa. Dagli accertamenti medici non è ancora certo che la vittima sia stata mutilata quando era ancora viva. Il corpo, o almeno quel che resta, apparterrebbe molto probabilmente ad una europea tra i 20 e i 40 anni; la sua morte risalirebbe a non più di dieci giorni fa. Il cadavere, secondo quanto accertato in queste ore, non è stato trasportato dall'assassino con un cavo di ferro, come si era ipotizzato in un primo momento, ma con un laccio, una sorta di corda: questo elimina la possibilità di rilevare le impronte. Sul corpo sono stati effettuati anche gli esami tossicologici, i cui risultati sono attesi nei prossimi giorni, e che serviranno ad accertare o meno se la vittima fosse stata drogata.
http://www.corriereromano.it/roma-notizie/10094/donna-mutilita-su-via-ardeatina.html E' stata uccisa con una coltellata alla schiena, poi un professionista avrebbe tolto gli organi interni (cuore, budella e polmoni) dal corpo mutilato. E' l'esito di un primo esame esterno del cadavere della donna -ancora senza identità- trovato sul ciglio della strada, in un campo, in via Ardeatina all'altezza di via di Porta Medaglia. Il cadavere orrendamente mutilato, senza né testa né gambe, era stato notato da un passante nel primo pomeriggio di martedì. Gli organi, completamente asportati, sarebbero stati tolto da un abile professionista. CORPO MUTILATO CON UNA MOTOSEGA - L'assassino, secondo gli inquirenti, avrebbe utilizzato una motosega per mutilare la vittima. Poi per trasportare il cadavere ha agganciato un cavo di ferro ad un'estremità del tronco e l'ha caricato su un'auto come una valigia per poi abbandonarlo nel prato dove è stato ritrovato. In queste ore la polizia, con l'ausilio degli agenti dei reparti a cavallo e con un elicottero, sta perlustrando la zona alla ricerca di altri resti del cadavere. IMPRONTE DIGITALI - Ancora non è stato possibile identificare la vittima. Le impronte digitali prelevate dagli uomini della polizia scientifica hanno infatti dato esito negativo: non risultano fotosegnalazioni passate. A questo punto gli accertamenti, coordinati dal pm Francesco Caporale, ripartono dalle segnalazioni di persone scomparse. Il decesso risalirebbe a 3-5 giorni fa. INDAGINI - Le verifiche degli investigatori della Squadra mobile non possono escludere alcuna ipotesi. Il fatto che l'assassino o gli assassini abbiano infierito sul corpo, decapitandolo e privandolo delle gambe, è un punto di certezza che fa prendere in considerazione anche che l'esecuzione sia avvenuta nell'ambito di un omicidio rituale. Non si esclude, inoltre, la pista del regolamento di conti nell'ambito della prostituzione, la zona dove è stato trovato il corpo è frequentata infatti da trans e prostitute.
http://www.corriereromano.it/roma-notizie/10092/indagine-sullomicidio-di-via-ardeatina.html Ancora è avvolto dal mistero il ritrovamento del corpo mutilato di una donna, su via Ardeatina. L’omicidio sarebbe avvenuto tre o quattro giorni fa, il cadavere sarebbe rimasto per 48 ore a pochi metri dal ciglio della strada, prima che un camionista lo notasse. Le condizioni del corpo: la mancanza della testa, delle gambe e degli organi interni, farebbero pensare ad una vendetta. Questi i pochi elementi che trapelano sul lavoro degli investigatori della Squadra mobile, che stanno tentando di fare luce dopo il macabro ritrovamento avvenuto ieri pomeriggio a via di Porta Medaglia, una strada che incrocia via ardeatina nei pressi della località Falcognana. E’ ancora sconosciuta l’identità della vittima. Le indagini sono rese difficili dalla mancanza di testimoni. Gli inquirenti stanno battendo a tappeto la zona del ritrovamento: si tratta di una area frequentata da prostitute e transessuali, già teatro di una violenta guerra tra organizzazioni criminali che controllano la prostituzione. Nel 2002 proprio su via di Posta Medaglia qui fu trovato il cadavere carbonizzato di una prostituta nigeriana, punita dai suoi sfruttatori perché voleva uscire dal giro.
http://www.romatoday.it/municipio/11-garbatella/ardeatino/cadavere-ardeatina-via-di-portamedaglia.html Gli inquirenti che indagano sul cadavere trovato ieri in un campo nei pressi di via Ardeatina sembrano orientarsi verso la pista dell'omicidio rituale. Quello ritrovato ieri, non è un semplice cadavere, ma un corpo straziato e deturpato, di cui, ancora oggi, se ne ha solo una parte. Il cadavere di una donna, dunque, senza testa né gambe e con le braccia aperte, privo di alcuni organi interni: questi gli elementi che portano a pensare a una ritualità nell'efferatezza. Il cadavere è stato scoperto in un campo alla periferia nei pressi di via Ardeatina, disteso in terra a un paio di metri dal ciglio della strada, in via di Porta Medaglia. Il proprietario del terreno che passava in motorino ha notato una sagoma: il corpo era sventrato e in avanzato stato di decomposizione. Senza testa e senza gambe, tagliato all'altezza del bacino, ma con le braccia aperte, un anello a un dito della mano destra e le unghie smaltate. Una sola mano aveva il palmo rivolto verso l'alto. Indosso aveva ancora i vestiti, una giacca nera e una maglietta chiara. Era in quel campo da non più di 48 ore, vicino a una piazzola di sosta, poco oltre il guard-rail. Secondo gli investigatori, infatti, la donna è stata mutilata e uccisa altrove e successivamente portata nel campo, dove non ci sono evidenti tracce di sangue sull'erba nei pressi del corpo. L'unica possibilità di identificare la vittima è nelle sue mani. La donna, infatti, potrebbe essere riconosciuta dalle impronte, se già schedata dalle forze dell'ordine. Inoltre, le mutilazioni, e il fatto che alcuni organi interni siano stati asportati, fanno pensare a un omicidio rituale. In quella zona ci sono colline basse che si alternano a campi verdi. E' un posto molto tranquillo, ma noto perché frequentato da transessuali e donne che si prostituiscono. Nella piazzola a due metri dal punto del ritrovamento del cadavere, "battono i trans - spiegano i residenti - mentre più avanti, ad alcune centinaia di metri, ci sono alcune ragazze africane". Per questo inizialmente il padrone del campo dove è stata trovata la donna aveva pensato a un transessuale che in passato aveva frequentato quei posti e non si vedeva da tempo. Ma il corpo è di una donna, e la sua carnagione è chiara, morta da alcuni giorni. L'unica certezza è che il cadavere è stato scaricato e lasciato lì in fretta da qualcuno negli ultimi due giorni. In queste ore gli inquirenti stanno battendo tutte le piste, in particolare si indaga anche negli ambienti della prostituzione, visto che il ritrovamento potrebbe far ipotizzare a un omicidio esemplare per intimidire altre donne o trans negli ambienti della prostituzione
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Piccoli cambiamenti profetici di grandi cambiamenti


Perchè ho cambiato la grafica del mio blog?
Perchè sono tornato all'origine? Visto che quando nacque, questo blog si occupava di omicidi, incubi, lati oscuri.
Perchè ho deciso che questo blog non sarà più un canale di informazione, bensì un mio diario personale?
Perchè da oggi in poi i contenuti del mio blog cambieranno?

Perchè mi andava di farlo.
Perchè ne sentivo il bisogno.
Perchè i piccoli cambiamenti anticipano i grandi cambiamenti, così come i piccoli segni anticiperanno l'Apocalisse.
Perchè tra qualche giorno mi sposerò: chiuderò una porta e ne aprirò un'altra. Si, lo so: siamo tutti porte. Noi stessi siamo porte. E certe cose, che siano Bene o Male, passeranno comunque.
Verissimo. Se permettete, però, decido io cosa far passare attraverso di me. Ed ho deciso che l'informazione sociopolitica, ormai, non mi soddisfaceva più.
Da fan del terrore, mi avvicinai all'attualità sociale e politica perchè pensavo che la realtà fosse molto più spaventosa della fantasia. Mi sbagliavo: è solo più volgare. E la volgarità, come è noto, dopo un po' stanca. Mi sono stancato di Berlusconi e Bossi, di Bersani e Vendola. Mi sono stancato del gossip e della cronaca rosa.
Per me, che più di 10 anni fa cominciai a scrivere su un piccolo giornale di Pozzuoli, la cronaca ha un solo colore: NERO.
Che, tra parentesi, è il mio colore preferito.
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lunedì 28 marzo 2011

Ninna nanna "Chiudi gli occhi"


Io sono un fan dell'horror. E' un genere che amo in tutte le sue forme.
Ieri ho letto su Horror.it che c'è la possibilità di vincere una copia autografata del libro di Barbara Baraldi "Lullaby – La ninna nanna della morte". Bisogna spedire una Ninna nanna per bambini, in stile horror/gotico.
Ebbene: io ci ho provato. Ecco la mia breve Ninna nanna, dal titolo "Chiudi gli occhi":
Chiudi gli occhi, piccolino
e addormentati pian piano
altrimenti il lupo e il nano
dalla notte giungeràn.

E ti mangeràn la mano
mangeranno anche il nasino,
ma se dormi, piccolino,
tutti e due fuggiràn.

Chiudi gli occhi, piccolino,
venga il sonno per davvero
altrimenti l'orco nero
dalla notte arriverà.

A portarti pel sentiero
dove porta ogni bambino,
ma se dormi, piccolino,
quel sentiero sparirà.
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domenica 27 marzo 2011

Chiudi gli occhi, piccolino

e addormentati pian piano

altrimenti il lupo e il nano

dalla notte giungeràn.



E ti mangeràn la mano

mangeranno anche il nasino,

ma se dormi, piccolino,

tutti e due fuggiràn.



Chiudi gli occhi, piccolino,

venga il sonno per davvero

altrimenti l'orco nero

dalla notte arriverà.



A portarti pel sentiero

dove porta ogni bambino,

ma se dormi, piccolino,

quel sentiero sparirà.

Basta pazienza... è l'ora dell'INSORGENZA

Sole24ore: il Sud non cresce... per colpa del Nord




L'Italia non cresce perché c'è il Sud. Tra le spiegazioni avanzate sull'origine della malattia italiana della lenta crescita, periodicamente irrompe in scena il Meridione con la sua arretratezza. Che indiscutibilmente esiste ed è composita, abbracciando ogni aspetto delle attività economiche e anche civili e sociali. Non c'è indicatore significativo in cui il Mezzogiorno non stia, per livello, indietro e di molto rispetto al Nord del Paese. La sintesi la dà il divario nel Pil per abitante: 17.324 euro contro 29.914 nel 2009 (57,9% il primo in rapporto al secondo). La tesi del Sud come freno a un Nord scalpitante è ammaliante e a prima vista convincente. Eppure la storia economica e le dinamiche recenti la confutano. Sebbene, come vedremo, puntare il dito contro il Sud consente d'individuare almeno due importanti verità sull'Italia. Cominciamo dalla confutazione che viene dalla storia. Sono 150 anni ormai che l'Italia convive con il proprio dualismo. La questione meridionale, infatti, è antica almeno quanto l'Unità. Tanto che il termine fu coniato nel 1873 da un deputato del giovine Regno. E nel 1904 è perfettamente descritta, in tutti i suoi addentellati, da Giustino Fortunato: «Che esista una questione meridionale, nel significato economico e politico della parola, nessuno più mette in dubbio. C'è fra il Nord e il Sud della penisola una grande sproporzione nel campo delle attività umane, nell'intensità della vita collettiva, nella misura e nel genere della produzione, e, quindi, per gl'intimi legami che corrono tra il benessere e l'anima di un popolo, anche una profonda diversità fra le consuetudini, le tradizioni, il mondo intellettuale e morale». La persistenza del dualismo non ha, però, impedito all'Italia in alcune fasi di raggiungere tassi di crescita molto elevati, multipli degli attuali, come nel 1950-1973. Suona strano, perciò, che oggi si indichi un nesso di causa-effetto tra l'arretratezza del Sud e l'andamento insoddisfacente della crescita economica italiana negli ultimi vent'anni. Si potrebbe, anzi, perfino capovolgere questa relazione e affermare che per alcuni aspetti il Meridione arretrato è stato funzionale allo sviluppo del Settentrione. Anzitutto, attraverso il trasferimento di capitale umano, trasferimento che è ripreso da almeno una decina d'anni; meno consistente nel numero ma di più alta qualità media, trattandosi di persone istruite (per lo più laureati) e molto intraprendenti. La fuga dal Sud equivale, secondo stime della Fondazione Curella, a un travaso di risorse di 15 miliardi l'anno a favore delle regioni che ricevono il capitale umano formato (la stima considera l'investimento della famiglia per crescere e istruire una persona fino al diploma superiore e lo moltiplica per le 100mila persone che lasciano il Sud). In secondo luogo, il Sud rappresenta un significativo mercato di sbocco per i beni prodotti al Nord, un mercato sostenuto con la spesa pubblica. Forse non è un caso che la frenata del Paese abbia coinciso con la riduzione dei trasferimenti alle regioni meridionali (deleteri per il decollo economico del Sud e comunque non più sostenibili). La confutazione basata sulle dinamiche recenti guarda all'andamento del Pil al Nord e al Sud. I dati elaborati da Massimo Rodà del Centro Studi Confindustria (Csc) dicono che dal 1997 al 2007, cioè dall'ingresso de facto nel mondo dell'euro alla vigilia della grande recessione, il Pil è salito del 15,2% al Nord e del 13,7% al Sud. In quell'arco di tempo il Nord ha beneficiato di un forte incremento della popolazione: +6,5%, contro lo 0,6% meridionale. È noto che l'aumento demografico è un fattore di ampliamento della domanda e della produzione. Se consideriamo il Pil per abitante, così da depurare la performance dell'economia dall'incremento demografico, si scopre che in quegli anni il Nord è stata la tartaruga (+8,1%) e il Sud la lepre (+13,1%). Si fa per dire, visto che in entrambi i casi si è trattato di progressi modesti. La realtà è che negli ultimi quindici anni il Paese è stato molto unito nella lenta crescita e nel suo insieme ha perso terreno rispetto alle altre economie europee. Una statistica è in ciò rivelatrice e insieme impressionante. Nel 1997 l'Italia era l'unica nazione europea che presentava contemporaneamente un'alta quota di persone residenti in regioni con un Pil per abitante inferiore al 75% della media Ue (22%) e un'ancor più alta quota di persone che risiedevano in regioni con un Pil per abitante superiore al 125% della stessa media (59%). Nel 2007 la prima quota era salita (al 29%) e la seconda si era più che dimezzata (al 25%). Cioè, anche le regioni ricche d'Italia sono diventate meno ricche rispetto ai partner europei. A riprova del fatto che non è fondata l'affermazione che c'è un Nord che tiene il passo del resto d'Europa. La ragione profonda di ciò, ed è questa la prima verità che emerge cercando nel Sud la causa ultima della lenta crescita italiana, è che tutto il Paese è bloccato dalle stesse cause, che nel Meridione si presentano elevate al cubo. Inefficienza della pubblica amministrazione, in ogni suo ambito, carenza delle infrastrutture, illegalità (che diventa nel Mezzogiorno criminalità organizzata), rigidità, mancanza di concorrenza. Cioè, lo Stato non fa lo Stato e ciò impedisce al mercato di funzionare correttamente e fa vincere l'economia fondata sulla relazione invece di quella fondata sul merito. In particolare, le analisi condotte dalla Banca d'Italia e dal Csc sottolineano che a essere carente nel Mezzogiorno è stata l'attuazione locale delle politiche nazionali.

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venerdì 25 marzo 2011

Banca del Sud... affare del Nord




di Lino Patruno

Per favore, fateci capire sulla Banca del Sud. Ci vogliono entrare le Banche popolari del Nord, e allora uno dice: finalmente si sono convinti che al Sud si può lavorare bene. Poi però si apprende che pretendono il 60 per cento: cioè appropriarsene.

Le Banche popolari del Nord sono quelle che curano gli interessi delle piccole e medie imprese settentrionali. Atroce sospetto: la Banca del Sud cavallo di Troia per venire ancòra una volta a fare affari al Sud. Magari come 150 anni fa, quando vennero per “portare” la libertà e finirono per “portarsi” il territorio.

Ma a pensare male si fa peccato. Poi però si apprende inoltre che il candidato alla guida di questa Banca del Sud è Massimo Ponzellini, presidente della Banca popolare di Milano, città più vicina alle Alpi che al Mediterraneo, anche se, udite udite, è la città che ospita la Conferenza sul Mediterraneo. Devono aver scambiato l’acqua salata con la neve. Merito principale di Ponzellini, oltre a tutto il suo curriculum vitae ecc. ecc., essere gradito a tal Umberto Bossi, che così si candida a mettersi alla testa anche del Mezzogiorno. Bisogna però ammirare la coerenza storica. Anche la Cassa per il Mezzogiorno fu una Cassa per il Mezzogiorno ma fece tornare quasi tutti i soldi al Nord: Cassa per il Settentrione. Una partita di giro per l’acquisto di prodotti del Nord, per i lavori pubblici che le imprese del Nord vennero a eseguire al Sud, per gli incentivi che le medesime si presero al Sud senza che nessuno controllasse mai se i capannoni che innalzavano diventavano industrie (si dovrebbe organizzare un viaggio nei cimiteri meridionali delle industrie mai nate).

Coerenza storica ma anche continuità storica. Nei giorni scorsi, “La Stampa” di Torino ha avuto l’ammirevole onestà di riportare quanto ogni anno il Nord esporta al Sud: circa il 70 per cento della sua produzione. Se ci aggiungiamo i servizi (esempio la spesa delle Regioni meridionali per i ricoveri al Nord) e i costi dell’emigrazione (un laureato costa al Sud circa 100 mila euro e ne emigrano 80 mila all’anno), si arriva a 96 miliardi di euro che il Sud trasferisce ogni anno al Nord.

Dal Nord al Sud scendono invece 50 miliardi all’anno (il famoso “Sacco del Nord”). Anzi non scendono dal Nord al Sud, ma da chi è più ricco e paga più tasse (diciamo) a chi è meno ricco: scendono insomma anche da un lombardo benestante a un lombardo malestante. Principio di solidarietà alla base di tutti i moderni Stati democratici. Anche se fa dire al suddetto Bossi che il Sud vive a spese del Nord (titolo della “Padania” per la festa dell’unità: “Il Nord paga, il resto d’Italia festeggia”).

Il Sud si deve fare restituire 46 miliardi all’anno. Anzi di più. Perché non solo nel frattempo la spesa pubblica dello Stato continua a essere maggiore al Nord (lo dice il ministero di Tremonti). Ma bisogna aggiungerci i 25 miliardi (almeno) di fondi Fas destinati appunto alle aree svantaggiate e finiti invece a coprire il taglio dell’Ici in tutt’Italia, la cassa integrazione soprattutto per le aziende del Nord, le multe ai lattivendoli padani che hanno prodotto più del pattuito fregando per primi i colleghi altrettanto padani. Ma per loro Bossi ha un debole.

Perciò crede ancora alla Befana chi teme che la Lega Nord voglia la secessione staccandosi dal resto d’Italia. Saranno un po’ rustici ma non fessi. L’articolo uno del loro statuto parla di “indipendenza” della Padania, cioè appunto di secessione. Ma non aggiunge se deve essere secessione statale o economica. E’ sufficiente quella economica. Cioè quella che si sta realizzando e sarà definitiva col federalismo: ciascuno si tiene il suo. Ma già il Nord, come abbiamo visto, si tiene quello del Sud. Il quale starà ancòra peggio perché, essendo più debole, non potrà che aumentare le tasse per dare almeno stessi asili e bus di ora.

E però la parola d’ordine è la solita: col federalismo il Sud starà meglio. Bisognerebbe sospettarne solo perché lo dicono Calderoli e compagni, notori malefattori del Sud. Il Sud dovrebbe stare meglio perché si dovrebbe governare meglio. Detto da chi, col Paese terzo indebitato del mondo, continua ogni anno ad aumentare la spesa pubblica invece di diminuirla.

Inutile aggiungerci contorni. Caro carburante: le addizionali regionali penalizzano il Sud. Assicurazione obbligatoria auto: il 50 per cento in più di costo al Sud perché, teorizzano, più a rischio truffe (ma anche se uno non ha mai fatto incidenti paga di più rispetto a uno altrettanto “buono” del Nord). Ci sono troppi alpini meridionali, mandiamoli via. E gli insegnanti meridionali al Nord devono cedere il posto a quelli locali anche se questi sono somari e loro bravi. Infine viene il cantante Grignani a Bari e di fronte a un impianto audio difettoso che il suo stesso staff aveva controllato dice: siamo in Puglia non a Bergamo. Anzi Berghèm.

da “La Gazzetta del Mezzogiorno” del 25 marzo 2011
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L'Espresso: c'è diossina nel sangue dei Napoletani e dei Casertani




Sarebbe scritto in un rapporto riservato chiuso da mesi nei cassetti della Regione Campania

NAPOLI - Un’anticipazione che avrà l’effetto di uno choc, anche se non c’è un allarme sanitario: secondo il settimanale L’Espresso, in edicola domani venerdì, «c’è un rapporto nascosto da mesi nei cassetti della Regione Campania. Si chiama Sebiorec, ed è uno dei più imponenti studi epidemiologici con biomarcatori mai fatti in Italia. Dice che c’è diossina cancerogena nel sangue di napoletani e casertani, c’è troppo arsenico nell’acqua e non mancano, in alcuni comuni, i velenosi Pcb. Ma niente panico, il rapporto si cautela: i livelli di esposizione non sono tali da giustificare uno stato d’allarme sanitario».

DIOSSINA TIPO SEVESO - Il settimanale fa riferimento a un rapporti di migliaia di pagine, commissionato nel 2007, al tempo della presidenza – Bassolino, composto da migliaia di pagine di risultati di analisi e test e costato 250mila euro. «Spulciando il rapporto e i suoi faldoni nelle pieghe – prosegue l’anticipazione rilanciata dalle agenzie di stampa - non tutti i dati sono così tranquillizzanti come sembra. Il rapporto – secondo il settimanale - parla espressamente di presenza di quella diossina chiamata tipo Seveso, la più pericolosa tra le diossine, e la associa al consumo di mozzarella e verdure. Nel quartiere di Pianura c’è più diossina che nel resto della regione».

PERICOLO A PIANURA - Capitolo arsenico: «Se i livelli medi di diossine e metalli pesanti riscontrati – si legge - sono simili a quelle di altre realtà nazionali ed europee, ci sono molte differenze tra zone e comuni. Priorità “alta” per la presenza di arsenico a Villaricca e Qualiano, e “media” a Caivano e Brusciano, sempre per l’arsenico, a Giugliano, dove gli scienziati segnalano un primato per il mercurio, e a Napoli, zona Pianura, per la diossina tipo 2,3,7,8-Tcdd, quella più pericolosa».


"L'Espresso" ha letto le conclusioni definitive del rapporto, commissionato nel lontano 2007 dagli uomini di Antonio Bassolino e costato in tutto 250 mila euro. Il lavoro è pronto dallo scorso dicembre, frutto di mesi di studio (e bracci di ferro) di 115 tra scienziati e medici che hanno partecipato alla sua stesura. Sono ricercatori dell'Istituto superiore di sanità (Iss), del Cnr, del Registro tumori e delle Asl locali che hanno prima analizzato 900 campioni di sangue e 60 di latte materno per capire la quantità di sostanze tossiche presente negli abitanti di 16 città a rischio ambientale del napoletano e del casertano. E che poi hanno interpretato i dati e messo nero su bianco le loro valutazioni sul livello di contaminazione e di esposizione agli inquinanti. Se i livelli "medi" di diossine e metalli pesanti riscontrati sono simili a quelle di altre realtà nazionali ed europee, ci sono molte differenze tra zone e comuni. Ma la somiglianza col resto del territorio nazionale è anche conseguenza dalla metodologia con cui è stata fatta l'indagine, visto che i 900 campioni di sangue sono stati divisi in pool da dieci campioni ciascuno. Una scelta dettata da fattori economici (ogni analisi è molto costosa) e scientifici (lavorare su grandi quantità di sangue permette maggiore precisione statistica). Di certo, però, in questo modo i picchi di esposizione ai veleni dei singoli donatori non sono stati registrati, e si è persa anche la variabilità tra soggetti.

Ci stanno uccidendo scientificamente, e da anni. I nostri "rappresentanti" lo sanno, eppure non fanno niente. Le lobbies economiche del Sistema Nord alleate alle lobbies criminali camorristiche comandano tutto, decidono tutto, e sono arbitri della vita e della morte di tutti noi.
Il link al Progetto: http://speciali.espresso.repubblica.it/pdf/sebiorec2010.pdf
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giovedì 24 marzo 2011

La forza energetica di un Sud autonomo







A sentir parlare i padroni del vapore, siano essi politici settentrionali o politici meridionali al soldo dei potentati economici del Sistema Nord, la forza energetica dell'Italia può crescere solo tramite il ritorno all'energia nucleare. Il recente decreto approvato dal governo in data 3 marzo, il cosiddetto Decreto Romani (dal nome del ministro per lo sviluppo) subito ribattezzato "Ammazarinnovabili", ha sancito una volta di più che questo governo è ostaggio delle facoltose lobbies nucleariste. L'Italia deve tornare al nucleare, nonostante un referendum abbia sancito più di venti anni fa l'abbandono di questa pericolosa fonte di energia.
Le ultime vicende in Giappone hanno spinto il Governo Berlusconi alla prudenza: una moratoria di un anno sul nucleare era ed è il minimo che si dovesse fare. Il problema, però, rimane: può l'Italia, una penisola soggetta a frequenti attività sismiche e bagnata per tre quarti dal mare, abbandonare l'energia solare, eolica, idroelettrica e termica, per ritornare al nucleare? Questa domanda ha una sola risposta: no, non può. E se mai si decidesse di rispondere "si", allora bisognerebbe spiegare dove si comprerebbero e quanto costerebbero l'uranio e il plutonio (visto che l'Italia ne è sprovvista), dove si costruirebbero le centrali nucleari (visto che la parte meridionale della penisola è universalmente ritenuta quella a più alto rischio sismico ed idrogeologico di Europa), dove verrebbero stoccate le scorie. Un programma energetico serio dovrebbe dire tutte queste cose, perchè le Regioni, anzi le Province ed i Comuni dovrebbero potersi esprimere.
Facile profezia: la sindrome N.I.M.B.Y. (Not In My Back Yard, non nel mio giardino) porterebbe tutti i cittadini attualmente favorevoli al nucleare a dire "no, non lo voglio qui da me... fate la centrale lì". E così facendo, il nucleare fallirebbe de facto, oltre ad essere fallimentare per principio.

In Germania, dove vi sono 16 centrali nucleari, due studi diversi, del 2008 e del 2010, hanno portato a queste conclusioni:
"Esaminando tutti i 16 impianti nucleari presenti sul territorio tedesco in relazione all'incidenza dei tumori tra i bambini è emersa una correlazione diretta tra il rischio di essere colpiti da leucemia in bambini con meno di cinque anni. I bambini che vivono entro 5 km dai reattori sono soggetti ad un incremento del 76% del rischio di contrarre una leucemia rispetto ai coetanei che vivono almeno a più di 50 km." (Bundesamtes fur Strahlenschutz (BfS) - Childhood Cancer and Nuclear Power Plants);
"La disparità nella nascita di maschi e femmine è aumentata a livello globale dopo i test di esplosioni atomiche nell'atmosfera, ed in Europa dopo il disastro di Chernobyl; c'è un aumento di tumori infantili nelle vicinanze delle centrali nucleari; la disparità nella nascita di maschi e femmine aumenta nei pressi di impianti nucleari in un modo che potrebbe essere associato al rilascio di radiazioni durante le operazioni di routine di tali impianti" (http://ibb.gsf.de/homepage/hagen.scherb/KusmierzVoigtScherbEnviroInfoBonn2010.pdf ).

Per quanto concerne le rinnovabili, esse sono l'unica speranza... anzi, l'unica prospettiva energetica per il Sud. Ed il Sistema Nord lo sa talmente bene che ha spinto fortemente affinchè il decreto Romani fosse redatto ed approvato. Non basta il furto del petrolio lucano, per il quale alle popolazioni viene corrisposto un misero 7%. Non bastano i tagli del Decreto Romani, che mettono in ginocchio l'80% delle imprese che hanno investito nel fotovoltaico, la maggior parte delle quali sono al Sud. Non basta che il Governo abbia presentato ricorso alla Corte costituzionale chiedendo l'annullamento delle leggi regionali approvate da tre Regioni meridionali (Puglia, Basilicata e Campania) che vietano unilateralmente l'insediamento di impianti nucleari. Adesso il Sud deve diventare il luogo ove sperimentare il nucleare e ove stoccare le scorie.

Vi sono anche studi recenti che dimostrerebbero come sia possibile sfruttare il moto delle correnti marine per produrre energia attraverso l’utilizzo di turbine sommerse. Per non parlare poi delle biomasse che, diversamente da quanto si dice , emettono un percentuale di CO2 in atmosfera assorbibile dalle piante senza alterare gli equilibri del nostro pianeta.
Bisogna entrare nell'ordine di idee che il nostro pianeta ha un equilibrio energetico, ovvero produce e rilascia energia. Le scorie nucleari che, seppur inattive, producono energia, messe nel sottosuolo aumentano l’energia prodotta dalla terra, generando un eccesso di energia prodotta. Possiamo pensare che i continui assestamenti, terremoti e tsunami sono il modo che la Terra trova per bilanciare il proprio equilibrio energetico?


Per questi motivi, tutte le regioni meridionali devono unirsi in una battaglia comune che conduca il Sud ad essere autonomo dal punto di vista energetico, in attesa di una autonomia politica di cui si sente sempre più la necessità e l'urgenza.
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mercoledì 23 marzo 2011

A noi i tagli... a loro i soldi!




Tagli alla sanità, affittopoli e scandalo assunzioni all'Ama, emergenza rifiuti che nei prossimi anni rischia di equiparare Napoli e Palermo. Sono solo alcuni dei disastri politici, economici e sociali che la Regione Lazio e la città di Roma stanno perpetrando ai danni dei cittadini. Di quegli stessi cittadini che dopo il malgoverno del centrosinistra hanno deciso di affidarsi alla Destra sociale di Alemanno e Polverini.
L'ultima vergogna riguarda i costi della politica regionale del Lazio. Da Il Messaggero apprendiamo che un consigliere regionale, dopo la prima legislatura (anche se dura solo due anni e sei mesi) a 50 anni prende - per tutta la vita e con reversibilità alla moglie - 3.200 euro al mese (ridotta del 5 per cento, ma a 55 anni è un vitalizio pieno). Se fa due legislature quella cifra è di 5.200 euro. Il Lazio sta pagando ogni anno 18 milioni di euro per 287 vitalizi (più sedici reversibilità). Altro dato: il funzionamento di giunta e consiglio regionale del Lazio nel 2010 è costato 128 milioni di euro. In Emilia-Romagna un quarto. Il Lazio ha 20 commissioni, la Lombardia solo 10. In totale queste commissioni costano 25 milioni di euro. A ciò si aggiunga che il costo del funzionamento del consiglio e della giunta della Provincia di Roma è di 37 milioni di euro, quella del Comune di Roma di 76. Alla faccia di chi dice che la Provincia è un ente inutile e sprecone!
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Nucleare: il Sud deve dire NO




I territori della penisola italica che vanno da Roma in giù sono, storicamente, territori a cui Dio (o chi per lui) ha donato uno splendido e costante Sole, un mare che costeggia i tre quarti delle terre, zone molto ventilate. In pratica, i territori meridionali sono i migliori AL MONDO per produrre energia solare, idroelettrica, eolica. A ciò, si potrebbe aggiungere anche l'energia termica, visto che il sottosuolo del Sud è notoriamente bollente; ed il petrolio della Lucania.
In pratica: l'unica cosa che in un territorio sismico come il Sud non si può nè deve fare, è il nucleare. Costruire una centrale nucleare al Sud significa andare contro le più elementari norme di sicurezza. Val la pena ricordare che gli incidenti nucleari sono come gli incidenti aerei: rari, ma quando avvengono non lasciano scampo.

I tedeschi, popolo che personalmente adoro, sono sempre stati molto attenti all'ambienta, all'Heimat (tanto è vero che i Verdi in Germania sono un partito molto grande ed importante), eppure hanno sul loro territorio, che è molto meno sismico del Sud, ben 16 centrali nucleari.
Due studi diversi, del 2008 e del 2010, hanno portato a queste conclusioni:
"Esaminando tutti i 16 impianti nucleari presenti sul territorio tedesco in relazione all'incidenza dei tumori tra i bambini è emersa una correlazione diretta tra il rischio di essere colpiti da leucemia in bambini con meno di cinque anni. I bambini che vivono entro 5 km dai reattori sono soggetti ad un incremento del 76% del rischio di contrarre una leucemia rispetto ai coetanei che vivono almeno a più di 50 km." (Bundesamtes fur Strahlenschutz (BfS) - Childhood Cancer and Nuclear Power Plants);
"La disparità nella nascita di maschi e femmine è aumentata a livello globale dopo i test di esplosioni atomiche nell'atmosfera, ed in Europa dopo il disastro di Chernobyl; c'è un aumento di tumori infantili nelle vicinanze delle centrali nucleari; la disparità nella nascita di maschi e femmine aumenta nei pressi di impianti nucleari in un modo che potrebbe essere associato al rilascio di radiazioni durante le operazioni di routine di tali impianti" (http://ibb.gsf.de/homepage/hagen.scherb/KusmierzVoigtScherbEnviroInfoBonn2010.pdf ).
A ciò si aggiunge il problema delle scorie radioattive, che è altamente sconsigliato stoccare in zone sismiche.
Oggi, la Germania ha deciso di abbandonare il nucleare: non finanzia più la costruzione di nuove centrali e vuole arrivare a chiuderle tutte.
Tutte le regioni del Sud devono allearsi e rispondere NO al nucleare, oltre a mettere sul tavolo progetti ed iniziative di politica energetica comune. Il Sud deve gestire autonomamente le proprie risorse naturali ed energetiche, e lo può fare solo quando TUTTE le regioni meridionali faranno voce grossa ed univoca!
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martedì 22 marzo 2011

Terroni a teatro, resoconto della serata




Ieri sera il Teatro Quirino di Roma era gremito in ogni ordine di posto. Ad un distratto passante, la domanda sarebbe sorta spontanea: chi cavolo recita stasera, per mobilitare tutta questa gente? La domanda avrebbe avuto una risposta istantanea non appena il passante avesse letto il manifesto rosso sangue con la scritta TERRONI.
Ebbene si: ieri sera al Teatro Quirino in Roma è andata in scena la prima nazionale dello spettacolo tratto dal libro-inchiesta di Pino Aprile sulle violenze (fisiche, morali, culturali, politiche, economiche, sociali) perpetrate ai danni del Sud dal 1860 ad oggi. Io e la mia futura moglie Rachele siamo giunti fuori al teatro verso le 20:30, abbiamo "assuppuntato" lo stomaco con una pizzetta al taglio e siamo entrati. Non avevo la giacca, e me ne dispiaccio: il teatro è importante e merita rispetto, e la giacca è la mia manifestazione di rispetto per un'arte bellissima e dimenticata.

La ressa all'interno del teatro era enorme, i banchetti su cui c'erano le copie del libro di Pino Aprile erano presi d'assalto, lo sponsor Mascalzone Latino pubblicizava la lodevole iniziativa della scuola velica a Napoli. Dopo qualche spintone dato e ricevuto, mi sento bussare alla spalla da un signore calvo col pizzetto che chiede permesso, al quale chiedo retoricamente: "Mi scusi, ma lei è Pino Aprile?", ed egli mi risponde sorridendo: "Si, così sembra!". Stretta di mano, complimenti (miei a lui) e ringraziamenti (suoi a me e ai tanti lettori che avrà incontrato nei mesi passati). Rachele ed io, indirizzati da una maschera, raggiungiamo i nostri posti nella seconda balconata. Posti centrali, sono stato bravo a trovarli.

Lo spettacolo comincia con un paffuto attore che impersonifica il Nord opulento e veloce ed il Sud lento, zoppo e triste. Dietro di lui, un batterista, un bassista, un chitarrista ed un tastierista: tutti con un gilet raffigurante la bandiera delle Due Sicilie. Finito il primo brano, entra un cantante e quattro coristi: comincia una canzone.

Lo spettacolo andrà avanti secondo questo schema: un attore che recita un brano, il complesso che segue una canzone. Il momento più toccante è stato il ricordo di Pontelandolfo e Casalduni (molti meridionali non sanno ancora oggi cosa successe in quei luoghi e dove essi siano situati). Se non ho pianto, ci è mancato poco.

Divertenti i brani riguardanti la Salerno - Reggio Calabria e, tragica ironia, le teorie "scientifiche" del veronese Cesare Lombroso circa l'inferiorità genetica dei meridionali. A quest'ultimo "scenziato" è stato dedicato un museo, a Torino. Lì, l'8 maggio 2010, si tenne una imponente manifestazione meridionalista, guidata da Insorgenza Civile, per protestare contro questo scempio culturale, scientifico, morale e politico.

Lo spettacolo si è concluso, tra le ovazioni degli spettatori, con un internvento di Pino Aprile seguito da un manager di Mascalzone Latino.

Al termine, mentre la gente cominciava a defluire, ho esposto la bandiera di Insorgenza Civile. Era importante dare alla nostra presenza una connotazione politica, oltre che culturale. Perchè la riscossa del Sud non può che ripartire da una presa di coscienza della propria identità. Politica e culturale.
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lunedì 21 marzo 2011

Insorgenza Civile

NANDO DICE', PRESIDENTE DI INSORGENZA CIVILE





INSORGERE E' GIUSTO!!!
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Federalismo e obiettivi per il Sud




Il federalismo leghista è un falso federalismo anche perchè non puoi far correre una ferrari (il nord) ed una 500 (il sud) sulla stessa pista.
A parità di auto, vediamo chi vince: ed io scommetto sul Sud.
Quindi: solo quando la disoccupazione calabrese sarà pari a quella lombarda, solo quando un treno percorrerà Roma - Milano nello stesso tempo in cui percorrerà Napoli - Reggio Calabria, solo quando esisteranno banche a capitale meridionale di numero pari al Sud e al Nord, solo quando la rete infrastrutturale tra i due territori sarà equilibrata... SOLO ALLORA sarà possibile attuare il federalismo leghista.

Quindi io sono, in linea di pricnipio, un federalista (anzi, un confederalista). De facto, sono contrario a questo falso federalismo.

Sugli obiettivi per il Sud, la mia posizione personale è:

- obiettivo a breve: alleanza politica, economica, energetica e sociale tra tutte le regioni meridionali (inclusa il Lazio, perchè i territori a sud di roma sono meridionali e perchè la stessa Roma, ormai, è abitata da circa 1,5 milioni di meridionali di nascita o di sangue);
- obiettivo a medio termine: in base all'articolo 132 della Costituzione, creazione di una Macroregione del Sud.
- obiettivo a lungo termine: creazione di una Repubblica Federale del Sud, la quale possa essere parte di una Confederazione Italica oppure no.
Chi possa realizzare questi obiettivi? Sono di parte, e quindi dico Insorgenza Civile. Credo, però, che la strada da percorrere sia duplice: o il primo partito che otterrà risultati elettorali importanti riuscirà ad attrarre gli altri; oppure i vari partiti e movimenti decideranno di federarsi in una alleanza (prima elettorale, poi politica) che dia vita, fin da subito, a liste meridionaliste in tutta italia.
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venerdì 18 marzo 2011

Oggi è 'i Carpisa, ieri 'i cartone




Oggi è 'i Carpisa, ieri 'i cartone:

ma semp valigia ed emigrazione.

Chisto è o' destino d''o meridionale

ca nun vo fa 'a vita d''o criminale,

ca nun vo campà cu truffe e camorra.

Niente chiù Sodoma, niente Gomorra.


Nun voglio pietà, nè aiuti di Stato,

io voglio campare addò song nato.

Nun voglio elemosine dagli "italiani",

nun simm italiani, ma napulitani.

Io voglio na casa, lavoro e famiglia,

ma Poggioreale nun è 'a Bastiglia.
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Sulla piovosa Roma splendeva il Sole del Sud




Pioveva, fuori di noi. Splendeva il sole, dentro di noi.

Ieri mattina, Roma era sotto un'acquazzone. Le celebrazioni per i 150 anni della (mala)unità italica sono inziate alle 9 e sono finite alle 12. Solo tre ore? Si vede che non c'era molto da festeggiare. Il preannunciato tripudio di tricolori non c'è stato. Non si respirava nessuna aria particolare. Tranne che in un posto: Piazza Farnese.

Lì, in quello spicchio di territorio alle spalle di Campo de' Fiori, dove troneggia la statua del meridionale Giordano Bruno, era presente un gruppetto di patrioti sudisti. Le bandiere del Partito del Sud e di Insorgenza Civile sventolavano insieme a quelle, un pò nostalgiche, ma ieri la nostalgia era obbligatoria, del Regno delle Due Sicilie, del nostro ultimo stato unitario. Prima eravamo a Piazza Venezia, mentre Giorgio Napolitano rendeva omaggio al Milite Ignoto ed una troupe di La 7 ci intervistava; poi siamo andati al Pantheon, dove il presidente della repubblica italica rendeva omaggio a Vittorio Emanuele II, che alcuni ancora chiamano "padre della patria" e molti altri chiamano "assassino di meridionali".

In pratica: mentre qualcuno rendeva omaggio, noi ricordavamo: gli eccidi di Bronte, Pontelandolfo e Casalduni; il primo lager europeo (Fenestrelle); i cosidetti Briganti; il milione di meridionali morti; i venti milioni di meridionali emigrati dopo il 1861; fino ad arrivare alla condizione attuale del Sud, che continua a peggiorare giorno dopo giorno.

E' stata una grande giornata. In molti si sono fermati, incuriositi per questi matti che non festeggiavano l'Unità d'Italia. E sapete la novità? Molti meridionali e molti romani ci davano ragione. Leggevano i nostri volantini, ascoltavano i nostri discorsi, e condividevano. Praticamente nessuno ci ha tacciati di essere esaltati, passatisti, fuori dal tempo e fuori di testa: ciò indica che siamo stati capaci di interagire coi passanti in maniera costruttiva.

Pioveva, fuori di noi. Ma splendeva il sole, dentro di noi.
Il sole del Sud.
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mercoledì 16 marzo 2011

Nulla da festeggiare!




Roma, 17 marzo 2011.

La giornata della retorica patriottarda. Tricolori massonici al vento, Inni di Mameli suonati a go-go, omaggi al re savoiardo che fece guerra, senza dichiararla, al Regno delle Due Sicilie guidato dal proprio cugino, occupò i territori del più florido tra gli stati della penisola grazie all'aiuto della camorra e delle potenze straniere, sterminò la popolazione duosiciliana, infamò col nome di "briganti" coloro che difesero il popolo meridionale dalle violenze e dai sorprusi piemontesi.

Domani si festeggia la MALAUNITA' italiana: invece di fare del'Italia uno stato confederale, si decise di imporre a tutta la penisola le leggi, i sistemi, l'organizzazione statuale piemontese.

Le conseguenze: 20 milioni di meridionali costretti ad emigrare, politiche filonordiste che hanno reso il Sud una delle zone più povere e sottosviluppate di Europa, razzismo contro i meridionali, ritardi strutturali ed infrastrutturali clamorosi.

Il SUD non ha nulla da festeggiare!
Domani tutti in piazza, prima a Piazza Venezia e poi al Pantheon, per contestare le celebrazioni della malaunità! Appuntamento ore 10 all'entrata del Museo del Risorgimento!
Accorrete numerosi!
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martedì 15 marzo 2011

I CDS in piazza insieme ad Insorgenza Civile





NAPOLI - Per ricordare le radici e l'identità del Sud, per non dimenticare i nostri morti, per non unirci al coro acritico che celebra i 150 anni di Unità d'Italia, i giorni 16, 17 e 18 marzo i Comitati Due Sicilie partecipano alla manifestazione indetta da Insorgenza che si terrà a piazza Dante a Napoli per tre giorni dedicati alla memoria storica e alle speranze future della nostra terra. Senza alcun folclore, senza alcuna nostalgia, con consapevolezza, contro la rassegnazione indotta.

http://comitatiduesicilie.org/index.php?option=com_content&task=view&id=3954&Itemid=68
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lunedì 14 marzo 2011

Riflessioni atomiche




Il Giappone è un Paese serio. Ha costruito case, palazzi, negozi, fabbriche, scuole, seguendo rigorosissimi criteri antisismici. Mica come gli italioti palazzinari che hanno costruito la casa dello studente a L'Aquila.

Pensate che il terremoto in Giappone ha avuto una potenza pari a 20-30 mila volte quello de L'Aquila. Ci chiediamo: se quel terremoto fosse avvenuto in Italia, quanti morti avrebbe fatto? Oggi probabilmente parleremmo di una nazione decimata.

Contro la forza e la violenza della Natura poco si può fare: anche il rigorosissimo Giappone ha dovuto pagare un ingente contributo di sangue. La cosa più grave e più preoccupante, però, è che quattro impianti nucleari risultano danneggiati, e due di questi destano preoccupazione.

Allora ho pensato: se in Italia si tornasse al nucleare (come il Sistema vuole), siamo sicuri che gli impianti verranno costruiti in maniera rigorosa, più rigorosa di quanto avviene in Giappone? Siccome l'Italia è un Paese ad alto rischio sismico, ci sarebbe la garanzia che un eventuale e probabile terremoto in una penisola costellata di impianti nucleari non produrrebbe danni ancor maggiori di quanto già avviene oggi?

La mia risposta ad entrambe le domande è stata NO, non c'è sicurezza nè garanzia, anzi vi sono molti più dubbi che certezze. Se in Italia si costruisce come è successo a L'Aquila o ad Acerra, figuriamoci cosa accadrebbe con una centrale nucleare!

Quindi la mia avversione al nucleare non è pregiudiziale, non solo almeno. E' conseguenza di una analisi sulla classe imprenditoriale edile italica. Non mi fido dei palazzinari, di chi vende sogni e non solide realtà. Non mi fido della classe politica italica, schiava del nordismo affarista che vede nel Sud il luogo ideale in cui costruire impianti nucleari.

Se il Sud potesse autonomamente gestire la propria politica energetica, sicuramente riuscirebbe a vivere di eolico, idroelettrico, solare. Riuscirebbe a stringere accordi macroregionali coi paesi del Maghreb e coi fornitori di gas e petrolio, che nella fase di ricerca e sviluppo delle rinnovabili garantirebbero l'approvvigionamento energetico del Sud.

Invece no: siamo schiavi dell'Italia e del nuclearismo toscopadano al cui soldo, vi sono gli ascari meridionali.
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sabato 12 marzo 2011

Flashmob neoborbonico a Napoli il 17 marzo


Appuntamento ore 10,30 presso PIAZZA DEI MARTIRI a Napoli, tutti muniti della BANDIERA del regno delle Due Sicilie per manifestare il nostro dissenso alla retorica ed alle falsità propagandate dalla storiografia ufficiale sul risorgimento, l’evento storico che ha dato il via a molti dei mali che ancora oggi affliggono il Sud. Lasciamo a chi ha giovato questa manovra festeggiare la data in cui il Sud fu dichiarato occupato dai Savoia, noi gridiamo NO!

Durante il raduno si svolgerà un FLASHMOB, ovvero i manifestanti al segnale degli organizzatori si stenderanno per terra e rimarranno immobili sino al segnale fine (pochi minuti in tutto). Questa rappresentazione simboleggerà un omaggio a tutti i martiri del Sud che ancora devono venir riconosciuti come martiri dello stato Italiano.

Contemporaneamente saranno distribuiti VOLANTINI ai passanti per spiegare il senso dell’iniziativa, inoltre saranno ESPOSTE LE FOTO dei “briganti” prima massacrati e poi fotografati dagli stessi carnefici al tempo dell’occupazione.

Sarà possibile acquistare in piazza le bandiere a soli 5,50€

Divieto assoluto di portare bandiere di partiti

Le associazioni culturali aderenti sono invitate a portare non più di un simbolo di rappresentanza sottoforma di o bandiera o manifesto o cartellone o striscione.

I quattro gruppi meridionalisti Insieme per la Rinascita, Rinascita del Sud, Neoborbonici e V.a.n.t.o. stanno portando avanti l’organizzazione di una serie di eventi in omaggio alla verità sul Risorgimento in contrapposizione alla retorica dei festeggiamenti in occasione del centocinquantenario dell’ “unità d’Italia”.
Si lancerà una pacifica controffensiva alle menzogne ed alle omissioni che impediscono alla gente del Sud di prendere consapevolezza di cosa ha generato la questione meridionale, del credito che abbiamo nei confronti di questo stato che da sempre, invertendo la verità, ci obbliga fin da piccoli a sentirci debitori nei confronti della “locomotiva” settentrionale.

L’evento ha lo scopo di divulgare all’opinione pubblica le verità sul risorgimento che sono state volutamente nascoste durante questi 150 anni di “unità nazionale” rendendo noi meridionali inconsapevoli delle manovre che hanno condotto il Sud da terra motivo di orgoglio e di primati a discarica di fiuti tossici, mafie e degrado.

Avanti Briganti! Coloriamo piazza dei Martiri di bianco!!!

Hanno aderito le associazioni:
Insieme per la Rinascita – Rinascita del Sud – Ass. Neoborbonici – V.a.n.to.

Chiunque voglia farsi inserire può contattare il gestore della pagina

Stesso presso il luogo dell’appuntamento potrete acquistare le bandiere del Regno delle Due Sicilie a soli 5€

Ricordiamo altri 2 eventi:

Martedì 15 marzo ore 17.00
Sala della Loggia nel Maschio Angioino, Napoli,
Presentazione del LIBRO-VERITA’ sui 150 anni
“MALAUNITA’. 150 ANNI PORTATI MALE”

Mercoledì 16 marzo ore 17.00
Piazza e Chiesa di San Ferdinando, Napoli,
VEGLIA DELLA VERITA’ STORICA:
RADUNO con una Bandiera storica a lutto ed un cero acceso
MEMENTO per i caduti – lettura/preghiera simbolica dei nomi dei soldati, dei briganti e degli emigranti
ONORE ALLA MEMORIA – Largo di Palazzo: Deposizione CORONA di fiori per coloro che hanno dato la vita per il SUD ITALIA.

Non mancate!!

Evento Facebook:

http://www.facebook.com/event.php?eid=104533129622092
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Il mio inno nazionale

In occasione delle celebrazione per i 150 anni della malaunità italiana, avvenuta a seguito dell'invasione del Regno delle Due Sicilie, la giornata del 17 marzo sarà colma di avvenimenti in cui si sventoleranno drappi tricolorati e in cui si canterò l'Inno di Mameli.
La sera del 17, inoltre, la RAI proporrà uno speciale riguardante la rappresentazione dell'opera verdiana IL NABUCCO, il cui celeberrimo canto ("Va' pensiero") è usato strumentalmente dalla Lega Nord come inno nazionale della pantomatica, sedicente e mai esistita Padania.
Il canto di Verdi, un patriota col cui nome era possibile comporre l'arconimo di Vittorio Emanuele Re Di Italia, usato come inno nazionale da un partito politico che ha inventato un popolo ed una nazione autonomi dall'Italia. Mah.


Per quei tanti napoletani e meridionali che, dopo 150 anni di violenze fisiche e culturali, ormai ingorano quasi del tutto la storia della loro Terra e del loro Popolo, propongo qui due versione del nostro UNICO E SOLO inno nazionale.
La prima versione è cantata:



La seconda versione è solo strumentale:



Come tutti i simboli nazionali, l’inno dovrebbe rappresentare la sintesi della storia, della cultura, dell’identità e del genio di un popolo. Tale era appunto l’Inno del Re, commissionato nel 1787 da Ferdinando IV di Borbone a Giovanni Paisiello e adottato come Inno del Regno delle Due Sicilie nel 1816. Come altri frammenti preziosi dell’identità meridionale, l’Inno di Paisiello era quasi introvabile e soprattutto ne mancava una versione completa delle parole.

Letteralmente scomparso dopo la conquista del Regno, nel corso degli anni l’Inno del Re è stato persino oggetto di disinformazione storica, quando ne fu messa in discussione la paternità, confondendo Paisiello con Cimarosa.

Il 14 febbraio 1861, sugli spalti di Gaeta, risuonarono per l’ultima volta le note dell’Inno di Paisiello, solenne ma mesto saluto al re Francesco II e alla regina Maria Sofia che si imbarcavano sul legno francese “Mouette” verso l’esilio. Da quel momento, dopo la conquista armata e la nascita del nuovo Stato, la fanfara reale dei Savoia, scritta da Giuseppe Gabetti nel 1831, fu elevata al rango di inno nazionale, in linea con quell’opera di piemontesizzazione operata in maniera tanto grossolana quanto capillare. Essa rimase in vigore fino al 1943, anche se, a partire dal 1922, venne affiancata dall'inno del partito nazionale fascista, “Giovinezza”, nelle esecuzioni pubbliche.Il 12 ottobre 1946, con l’avvento della Repubblica e l’esilio di Umberto II di Savoia, la marcia piemontese fu sostituita dal “Canto degli Italiani” come inno della Repubblica Italiana. Musicato da Michele Novaro su parole del mazziniano Goffredo Mameli, fu composto nel 1847 per celebrare il centenario della cacciata degli Austriaci da Genova. L’inno, più conosciuto come Fratelli d’Italia, fu scelto tra diverse proposte, alcune delle quali di maggiore valore musicale e poetico, perché esso sintetizzava sia la continuità con lo spirito risorgimentale sia l’ispirazione repubblicana. Curiosamente, nella Costituzione Italiana, mentre si indica il tricolore come bandiera nazionale, non si fa cenno all’inno di Mameli tra i simboli dello Stato.

“L’ Inno del Re”, di Paisiello fu ritrovato in un fondo di spartiti appartenuti alla famiglia del Principe Folco Ruffo di Palazzolo (1801-1848), che fu ambasciatore delle Due Sicilie a Torino ed in Svizzera. Il breve testo veniva eseguito durante le cerimonie di rappresentanza:

Iddio conservi il Re
per lunga e lunga età
come nel cor ci sta
viva (Fernando) il Re!

Iddio lo serbi al duplice
trono dei Padri suoi
Iddio lo serbi a noi!
viva (Fernando) il Re!

Il nome riportato nel testo, cambiava ogni volta che veniva incoronato un nuovo sovrano. Questa riportata è la prima versione dell'inno, dove "Fernando" fa riferimento al Regno di Ferdinando I delle Due Sicilie. La seconda strofa fa intendere che l'inno è stato composto prima della formazione del Regno delle Due Sicilie (1816), quando i due regni (serbì al duplice trono) erano separati in Regno di Napoli e Regno di Sicilia. La partitura prevede l’esecuzione con due parti di canto: soprano e basso, mentre gli strumenti utilizzati sono: flauti, clarinetti in do, oboi, corni in fa, trombe in do, fagotto e serpentone.
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venerdì 11 marzo 2011

Volantinaggio Insorgenza Civile a Napoli




Insorgenza Civile da sabato 12 marzo dalle ore 11 triplicherà l'attività di volantinaggio e distribuzione materiale e informazioni sul movimento.

Vi apettiamo a
• via Luca Giordano (nei pressi della FNAC);
• via Cavalleggeri d’Aosta (Altezza stazione della metropolitana);
• via Chiaja (altezza cinema metropolitan)
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Riunione di Insorgenza Lazio




Ieri sera, all'hotel Golden Tulip di Roma, si è tenuta una interessante riunione del gruppo romano di Insorgenza Civile. L'ospitalità del responsabile di Roma, Pino Smiraglia, è stata eccezionale ed ha consentito a tutti gli intervenuti di discutere in maniera costruttiva in un clima gioviale.

Sono stati stabiliti alcuni punti fondamentali delle attivita di Insorgenza Lazio:

- Innanzittutto, verrà riattivata la pagina facebook di Insorgenza Lazio, che sarà il canale preferito di informazione sia per i militanti sia per coloro che potrebbero avvicinarsi ad Insorgenza;

- Inoltre, una serata a settimana (probabilmente il mercoledì dalle 21 alle 22) andrà in onda da Roma una trasmissione sulle web-frequenze di Radio Insorgenza, dal probabile titolo di Vento del Sud, in cui verranno trattati argomenti di politica italiana ed estera, politica e cronaca romana, cultura del Mezzogiorno e sport intervallati da brani musicali tradizionali e contemporanei;

- Partità un cineforum meridionalista, con un appuntamento mensile;

- Si stringerà ancor di più la convergenza con le attività del club di tifosi partenopei Roma Azzurra, riconosciuto dalla SSC Napoli, che ha lo scopo di aggregare tutti i tifosi del Napoli in occasione delle partite della squadra;

- Infine, verranno organizzate gite ed eventi culturali a Napoli e nel Sud.

La riunione si è conclusa con una cenetta a base di pesce che fa sempre bene allo spirito, oltre che al corpo!
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martedì 8 marzo 2011

Il pesce "d'Aprile" de L'infedele di Gad Lerner




da IL FATTO QUOTIDIANO
http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/03/08/il-pesce-%e2%80%9cd%e2%80%99aprile%e2%80%9d-di-gad-lerner/96001/

Dopo aver atteso invano un intero intervento di Pino Aprile a “L’infedele” (e dico invano perché Gad Lerner non lo ha manco fatto parlare), ho deciso di non scrivere nulla ma di riportare pochi di quelle centinaia di commenti di disappunto che sono stati lasciati proprio sul blog de L’infedele:

”L’immagine di Pino Aprile che, alla puntata dell’Infedele di Gad Lerner, è costretto a misero spettatore, anche zittito, dei discorsi portati avanti con i leghisti presenti, è la perfetta immagine del ruolo che il Sud ha in questa Italia. Si fa l’Italia con i leghisti mentre il Sud deve stare a guardare senza poter intervenire in nulla”;

“Ho atteso fino a mezza notte per sentir parlare Pino Aprile e lo ho visto tutta la sera su una poltrona in silenzio e ignorato! Domanda: per quale motivo lo avete invitato? E a che scopo era lì?”;

“Non conosco la festa della Lombardia non condivido l’immagine dei leghisti con tanto di mano sul petto per il Nabucco, non condivido l’impostazione della trasmissione che è tutta a favore di una Padania che non c’è e di una Lombardia che si è mostrata all’altezza di Roma ladrona. Non si è dato sufficiente spazio a Pino Aprile, mi dispiace Gad, ma stasera non hai reso un buon servizio all’Italia onesta, vera, quella dell’Inno di Mameli, quella del tricolore costituzionale che intendo festeggiare”;

“Mi duole dire che, stimando molto Gad Lerner, stasera mi ha deluso profondamente. Sarebbe bastato far parlare tre minuti Pino Aprile per far conoscere la vera storia prima dell’Unità d’Italia. Invece s’è preferito dare più spazio ai nazifascisti della Lega”;

“Mi dispiace davvero che l’ottimo Pino Aprile sia stato ascoltato così poco. La coscienza sporca dei nordisti sul passato dell’Italia dev’essere smontata, l’ammissione dell’orrore passato di una guerra di conquista e convenienza (ed anche corruzione) come quella intrapresa dai Savoia – e magari riconoscere anche i meriti dei Borboni) è il primo passo per riuscire ad ottenere un sentimento comune di unità reale. E lo dice un toscano, non certo un siciliano eventualmente inacidito”;

“Gad, hai ambientato la trasmissione in una osteria padana”;

“Vergogna! Avete dato come sempre la parola al 10% dell’Italia che ci tiene tutti sotto scacco! anche tu gad sei un loro servo!”;

“Dopo quest’orgia leghista, praticamente senza contraddittorio, mi aspettavo che il coro intonasse l’inno di Mameli. Lerner, cosa ti è successo?”;

“Ero di sinistra ma da stasera sono solo del sud e mi batterò per la nostra causa! Quale destra e sinistra! Non me ne frega più niente che si scannassero da soli… Io da oggi sono solo per il sud. Grazie, Gad, per avermi fatto capire quanto non sono italiana!”;

“Penso che Pino Aprile è stato invitato solo x attirare l’ascolto di noi che speravamo che x una volta si potesse parlare senza ipocrisia del risorgimento italiano. Purtroppo l’unico risultato è stato l’ascolto, e mettere in evidenza un’altra volta che l’Italia ormai è in mano ai leghisti. Peccato!”;

“Stasera è stata l’ultima volta che ho visto l’infedele!”;

Ci sarebbero altre centinaia di commenti ma ho preferito fermarmi qui. Ma prima di chiudere questo “mio” articolo, voglio condividere l’ultimo commento. Condividerlo in tutti i sensi:

“Signor Lerner… da come legge qui, da come evincerà da tutti questi commenti, la sua trasmissione ha non poco deluso le aspettative di chi, come me, si aspettava un trattamento più rispettoso e degno del signor Aprile… Perché lo avete invitato? Per far da semplice contraltare ai leghisti? E voi tutti, ormai, avete deciso di dare in mano, anche solo in forma mediatica, il Paese-Italia ai leghisti che bruciano il Tricolore ed insultano lo Stato e la Costituzione ed i Meridionali? Non dovreste neanche invitarli nelle vostre trasmissioni, ed invece date sempre più spazio a quei mentecatti. Dalla mia, le assicuro che non guarderò mai più la sua trasmissione od un suo qualsiasi intervento… Dopo la sua presa di posizione contro la telefonata del Premier e la sua partecipazione a manifestazioni importanti, questo che rivolge al Sud Italia è un vero insulto”.

E dopo qualche minuto, la risposta di Lerner, sempre sul suo blog:

“Ci metterò delle ore a leggervi tutti, stanotte. Record di commenti durante la puntata. Ma voglio subito esprimermi su questa protesta, non importa se spontanea o organizzata, per una presunta censura nei confronti del mio amico Pino Aprile (ospite per la terza volta all’Infedele, si adi!). Sono rammaricato e stupito, domattina chiamerò lo stesso Pino a testimone del fatto che ha parlato più volte e con la consueta efficacia, con uno spazio analogo a quello destinato agli altri ospiti. Il vittimismo e il complottismo secondo cui un conduttore come me (più meridionale di voi) penalizzerebbe Aprile a seguito di chissà quali oscure convenienze, non sono degni di un confronto intelligente. E’ ovvio che Aprile tornerà all’Infedele, così come c’è già stato. E domani sentiremo insieme cosa pensa di questa protesta esagerata. Non pretendo di essere perfetto nelle mie conduzioni, ma non baro al gioco”.

Ai posteri l’ardua sentenza.
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