mercoledì 2 marzo 2011

Federalismo leghista: una fregatura imposta al Sud




Il governo ha posto la fiducia sulla risoluzione di maggioranza sul decreto per il federalismo municipale. La votazione è in programma domani alle 19.30 a Montecitorio. Su un passaggio ritenuto evidentemente cruciale, il governo non si sente sicuro e, così, ha deciso di blindare il provvedimento. Si tratta, però, di una decisione odiosa, soprattutto per il Mezzogiorno: il federalismo dovrà essere accettato così come è, senza alcuna possibilità di dibattito. C’è da chiedersi come mai, proprio ora che la maggioranza ha aumentato il numero dei parlamentari, abbia bisogno della fiducia. Evidentemente, il pacchetto del federalismo, così come è stato pensato da Bossi e compagni, non piace a tutti i deputati del centrodestra. Insomma, meglio non rischiare su un provvedimento che potrebbe far allontanare la Lega da Berlusconi e, quindi, far cascare il governo.

Peccato, però, che il federalismo così si traduce in una riforma che il Sud – silentemente – dovrà subire. A pochi giorni dalle festa dell’unità, viene da dire che per il Mezzogiorno il federalismo è una nuova spedizione dei Mille: non richiesta eppur subita. Ora, a priori la riforma dello Stato in senso federale non è il male assoluto, ma bisogna vedere come viene applicata, se vengono prese in considerazione le esigenze di tutto il Paese e non di una sola parte. L’opposizione ha criticato l’atteggiamento del governo, parlando di debolezza. A chi ama il Meridione non interessano la forza o meno dell’esecutivo o le schermaglie tra schieramenti, ma solo che per l’ennesima volta il Sud non subisca il pacco e contropacco del sogno di un Paese migliore.


La Cgia di Mestre ha fatto i conti sul federalismo municipale e, secondo gli artigiani veneziani, a guadagnarci saranno soprattutto i sindaci del Nord. A fronte di circa 11,243 mld di euro di trasferimenti che saranno soppressi a tutti i Comuni italiani, l’Erario devolverà a questi ultimi lo stesso importo proveniente dal gettito dell’Irpef sui redditi fondiari, da quello proveniente dall’imposta di bollo e di registro sui contratti di locazione, dal 30% del gettito delle imposte sui trasferimenti immobiliari, dalla quota del 21,7% della cedolare secca sugli affitti e dalla compartecipazione Iva.

La differenza tra questi due voci (trasferimenti soppressi e imposte devolute ai Comuni), afferma la Cgia, ”ci consente di dire che da questa operazione ne trarranno vantaggio i Sindaci del Nord”. Milano, secondo questi calcoli, sarà il Comune più premiato da questa operazione con un vantaggio economico di 211 euro pro capite, seguono Monza, con 201, Parma con 144, Imperia con 141 e Siena con 132. Male, invece, la situazione al Sud. Tra le realtà più penalizzate segnaliamo Foggia, con una differenza negativa di 192 euro pro capite, L’Aquila, con meno 208 euro, Taranto con meno 215, Cosenza meno 269, Napoli con 327. ”Il risultato emerso da questa analisi – commenta il segretario della Cgia Giuseppe Bortolussi – è ancora molto parziale, visto che con l’istituzione del Fondo sperimentale di riequilibrio, così come previsto dal decreto stesso, queste disparità territoriali dovranno essere eliminate”.

Da www.ilsud.eu
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