martedì 8 marzo 2011

Festa della Donna, non della Femmina




Porgo i miei omaggi a tutte le donne, cioè a tutte quelle persone di genere femminile che lottano per veder riconosciuta ed apprezzata la propria personalità e la propria professionalità nonostante il mondo sia, ancora oggi, molto maschilista.

Faccio gli auguri alle casalinghe e alle operaie, alle impiegate e alle professoresse, a tutte coloro che vivono la propria femminilità in maniera asciutta, senza fronzoli eccessivi, con l'equilibrio che si confà da secoli alle donne.

Faccio gli auguri a quelle donne che anche oggi sono al lavoro (a casa o in ufficio, a scuola o in fabbrica) per migliorare la condizione di vita della loro famiglia, della loro città, della loro nazione.


NON faccio gli auguri a quelle femmine che la danno per far carriera, che a 26 anni stanno a fare le consiglieri regionali solo per grandi capacità divaricatorie, che organizzano o partecipano i festini del sultano, che usano espressioni tipo "sono qui per lavorare" quando tutti sanno che stanno lì solo perchè hanno grandi capacità orali.

Ci sono tante femmine, e troppe poche donne. Io ho avuto la fortuna di incontrarne una, e me la tengo stretta.


P.s. la cosiddetta Festa della Donna in realtà si chiama Giornata Internazionale delle Donne, e fu introdotta dai socialisti e dai comunisti per ricordare l'8 marzo 1917, in cui a San Pietroburgo le donne della capitale guidarono una grande manifestazione che rivendicava la fine della guerra. Fu l'inizio della "Rivoluzione Russa delle Donne".

La tragedia alla fabbrica Triangle in America, in cui morirono 129 donne, si verificò il 25 marzo 1911.
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