giovedì 12 gennaio 2012

Punto di scontro



Dico a te.
A te che hai questo scritto tra le mani.
Non so niente di te. Quanto guadagni. Per chi voti. Per chi tifi. Se indossi o meno una divisa. Se sei giovane o anziano. Se hai figli o se sei figlio. Non so niente di te, tranne una cosa: hai questo libro tra le mani. Ed è mio dovere avvisarti che al termine di questo scritto, se mai questo scritto avrà una fine visto che l’ho cominciato oggi, tu dovrai fare una scelta fondamentale. Che riguarderà te e solo te.

“E’ nelle sfumature che si cela il segreto dell’esistenza”. Sono in molti a crederlo. Io no. E ti spiego perché. Le sfumature sono una scusa. Il tentativo di dare ad un punto di incontro, ad un tacito accordo, ad un atto di moderazione una valenza superiore. Tutti i colori del mondo sono sfumature. Rosso, giallo, blu, verde. Sono tutte gradazione diverse di una medesima scala. Anche i partiti politici attuali sono così: tutte gradazioni diverse della scala del Sistema. Fingono di essere in conflitto tra loro, come il marrone col rosso. Alla fine, però, stanno tutti sulla stessa tavolozza. Tutti dalla stessa parte della barricata. E tu, su quella tavolozza, non ci sei. Non c’è posto per te. A meno che…non diventi una sfumatura anche tu. A meno che tu non sfumi la tua essenza e la tua esistenza, le tue idee e le tue azioni. Se riesci a sfumare e a sfumarti, allora il posto per te si trova. Tra i rossi, forse. O tra i verdi. Non importa dove: il Sistema ti concede un posto sulla tavolozza, a patto che tu ti sfumi, che smetti di avere contorni netti, ben marcati, fortemente delineati.

Io no. Io odio le sfumature. Perché amo la nettezza. Se i colori sono tutte gradazioni diverse di una medesima scala, tale scala ha un inizio ed una fine. Un bianco e un nero. Ecco, io sto tra i neri. Io sono l’assenza di colore, quindi il colore più puro. Ed amo me stesso e gli altri pochissimi neri che nella mia vita ho incontrato. E sai che ti dico? Amo anche i bianchi. I miei opposti. Perché sono puri. Di una purezza uguale e contraria alla mia. I bianchi e i neri non ci vogliono stare sulla tavolozza del Sistema. I bianchi e i neri stanno dalla stessa parte della barricata. I bianchi ed i neri si combattono, perché la loro vita è lotta. I bianchi e i neri non cercano un punto di incontro, ma un punto di scontro. Perché solo dallo scontro, dal conflitto, dalla lotta, può sorgere la forza pura. Quella che consente a me di dirti ciò che penso fregandomene altamente del tuo giudizio. Perché io non ho scritto questo libro per avere un tuo giudizio. Non ho scritto questo libro per convincerti che io ho ragione. Io voglio solo farti fare una cosa che il Sistema non ti fa fare più: pensare. Riflettere. In maniera AUTONOMA. Ecco la parolina magica: autonomia.

Alla fine di questo scritto tu dovrai fare una scelta. Prima di allora, io ti dirò delle cose. Sono tutte cose che ho vissuto o che ho visto vivere a persone a me vicine. Parenti ed amici. Compagni di squadra o di militanza. Non farò filosofia né utilizzerò il tipico lessico ricercato da professorone. Con questi ed altri vizi del passato ho chiuso. Ho edificato un muro, che separa ciò che ero da ciò che sono. Nessuna sfumatura, né via di passaggio: un muro alto e solido. Su questo muro ho messo del filo spinato. Ed una scritta, in tedesco: Liebe und Ehre. Amore e Onore. Ora capirai perché.

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