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Tutti contro Beppe Grillo. Il comico genovese, promotore del Movimento 5 Stelle, è accerchiato dal fuoco congiunto di destracentrosinistra istituzionale, per aver scritto sul proprio blog: "Se Equitalia è diventata un bersaglio bisognerebbe capirne le ragioni oltre che condannare le violenze".
Una atteggiamento di buonsenso, che andrebbe applicato a tutti i fenomeni umani: non limitiamoci a condannare chi, scioperando, ci rompe i coglioni, ma cerchiamo di capirne le ragioni; non fermiamoci nella critica alle violenze di piazza (cfr 15 ottobre 2011), ma cerchiamo di comprendere perchè c'è gente che sfonda vetrine o incendia auto.
Giustificare la violenza? Non pare che Grillo l'abbia fatto, nè in questo caso nè in altri casi. Ha semplicemente espresso un concetto semplicissimo, eppure rivoluzionario: anche chi sbaglia, anche chi incendia, anche chi frantuma vetrine, anche chi blocca le strade, anche chi blocca i lavori del TAV... potrebbero avere delle ragioni giuste. Il condizionale è d'obbligo, come sempre in questi casi e per evitare la facile strumentalizzazione del tipo "allora anche i mafiosi potrebbero avere ragione?".
Ammettere che dietro un sanpietrino, dietro una molotov, dietro un atto violento/vandalico possa esserci addirittura una ragione giusta, è inimmaginabile e spaventoso per chi detiene il potere economico-politico: significherebbe ammettere che i cittadini non vivono nel migliore dei mondi possibili.
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