venerdì 25 febbraio 2011

Il fallimento dell'Europa







La situazione in Libia si aggrava sempre di più. In queste ore l'esercito regolare di Gheddafi sta sparando sulla folla, entra nelle case e uccide chiunque si trovi all'interno. Una carneficina in piena regola, mentre l'Italia e l'Europa stanno a guardare mute. La vita dei libici conta meno della vita degli europei ancora lì, e soprattutto conta meno del petrolio e del gas che la nuova Libia senza Gheddafi potrebbe limitare o gestire diversamente da come faceva il raìs.

Ieri Germania, Francia ed Inghilterra si son riunite per affrontare la crisi libica: l'Italia è stata, ovviamente, ignorata. Ennesima dimostrazione che il governo Berlusconi e gli italiani in genere sono considerati un popolo di pecoroni inaffidabili dai governi e dai popoli europei. Ancora stamattina Frattini e La Russa non avevano il coraggio di condannare Gheddafi ed il suo regime filo-sistemico e filo-occidentale. L'Europa non è capace di affrontare in maniera unitaria la questione, abbandonando i singoli paesi a gestire autonomamente le problematiche: e se un Sarkosy già afferma che "se arriva un libico, lo rimandiamo alla frontiera", c'è un Berlusconi che non vuole "disturbare Gheddafi".

La Lega Nord si preoccupa solo dell'immigrazione, spiegando che è un problema europeo. Io aggiungo che è un problema prettamente meridionale, perchè tanto la Lega non permetterà mai agli immigrati che si riverseranno a Lampedusa, in Sicilia e in tutto il Meridione, di raggiungere la sedicente Padania: loro non voglio i terùn e i negri. Il governo italiano sicuramente accontenterà Bossi e compagnia, lasciando la disperazione dei profughi nella disperazione dei meridionali.
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