venerdì 11 maggio 2012

Anche gli Anarchici gambizzano? Mah...



Non sono convintissmo della rivendicazione effettuata oggi dalla Federazione Anarchica Informale dell'attentato all'AD di Ansaldo Nucleare, Roberto Adinolfi, compiuto quattro giorni fa a Genova. Per vari motivi.
Innanzi tutto per il modus operandi, storicamente diverso (per non dire antitetico) rispetto a quello degli anarchici, dei "bombaroli" cantati da Fabrizio De Andrè. Non che gli anarchici non sparassero, sia chiaro: ma in genere sparavano per uccidere, non per gambizzare. Ricordiamo Bresci e Luccheni, ad esempio, che spararono per uccidere, rispettivamente, Umberto I di Savoia e Elisabetta d'Austria (la famosa Sissi). La gambizzazione, però, è  una tecnica tipica di un terrorismo di altra matrice, e prima ancora è tipica delle azioni mafiose.
Altro motivo di scetticismo sono alcune frasi del documento di rivendicazione: "Con una certa gradevolezza abbiamo armato le nostre mani, con piacere abbiamo riempito il caricatore. Impugnare una pistola, scegliere e seguire l'obiettivo, coordinare mente e mano sono stati un passaggio obbligato, la logica conseguenza di un'idea di giustizia, il rischio di una scelta e nello stesso momento un confluire di sensazioni piacevoli. Un piccolo frammento di giustizia, piombo nelle gambe per lasciare un imperituro ricordo di quello che è ad un grigio assassino". Questo non è un gergo anarchico, un gergo libertario. Sembra derivare più dal personaggio di V per Vendetta che dagli insegnamenti di Malatesta e Cafiero, padri dell'anarchismo italiano.
Sono proprio i sedicenti anarchici della FAI a chiarire la loro distanza con gli "anarchici autodenominatisi sociali"; vogliono scavare "un solco con l'anarchismo infuocato solo a chiacchiere e intriso di gregarismo".

Queste le loro parole. O meglio: queste le parole scritte nel documento di rivendicazione. Quanto sia autentico, e quanto appartenga alla galassia anarchica, è tutto da stabilire. Ed io nutro parecchi dubbi.







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