venerdì 25 maggio 2012

Quando la montagna partorisce il topolino... o la zoccola.



Nel giorno in cui una nota zoccola, frequentatrice dei festini di Berlusconi, afferma che "Silvio mi faceva travestire da Obama e da Ilda Boccassini", il signor B. di cui sopra indice una conferenza stampa e, insieme al suo delfino Alfano, propone una riforma costituzionale che trasformi l'Italia da repubblica parlamentare a repubblica presidenziale. Quella che era stata presentata come "la più grande novità politica degli ultimi anni" si è dimostrata, viceversa, una ciofeca riscaldata. Si sa da anni che il Napoleone di Milano 2, affetto da grave forma di ducismo novecentesco, voleva tutto il potere per sè: quando era premier, voleva il premierato forte; ora che ha capito che a Palazzo Chigi non risiederà mai più, vuole il presidenzialismo. Chi, se non lui, può essere il candidato presidente del centrodestra? C'è da scommettere che, nel caso probabile che questa ennesima proposta venga bocciata dagli altri partiti, il Duce di Arcore proporrà una nuova riforma costituzionale: l'Impero democrato e liberale. In cui Egli, imperatore maximo, primus super pares, sarà attorniato dal suo zoccolame e dai suoi servili lecchini. Attenersi alla forma istituzionale prevista dai Padri costituenti no, vero?
Il signor B. snocciola tutti i limiti dell'azione dell'Esecutivo, "ostaggio" della Magistratura e del Parlamento. Ciò che si chiama "democrazia", e che prevede che il Governo sia limitato, nella sua azione, dagli altri poteri dello Stato, è per Berlusconi un freno insopportabile. Sicuramente vi sono procedure tecniche troppo farraginose, che ritardano la nascita e la promulgazione delle leggi, ma pensare di bypassare il tutto dando un potere privo di contrappesi all'Esecutivo o, addirittura, al Presidente della Repubblica, testimonia il grado di democraticità del Cavaliere. Perchè, invece di pensare a cambiare la forma istituzionale dello Stato, Berlusconi non avanza proposte su come migliorare l'attuale forma istituzionale della Repubblica, democratica e parlamentare (nonchè fondata sul Lavoro, è meglio ricordarlo sempre)?
L'ex premier dice di essere arrivato a questa conclusione, che già balenava nella sua testa da anni, quando ha visto la differenza tra le elezioni francesi e quelle greche: le prime, hanno consegnato alla Francia un governo stabile; le seconde, che non hanno condotto nessuna coalizione al governo, hanno costretto il presidente greco ad indire nuove elezioni a giugno. Questi due episodi, secondo B, sono il bivio di fronte al quale si trova l'Italia: andare verso Parigi o verso Atene?
Facciamo sommessamente notare al fu Presidente del Consiglio che la differenza di governabilità tra i due paesi non è tanto nella forma istituzionale, bensì nella legge elettorale. Nel primo caso, abbiamo un doppio turno; nel secondo caso, un proporzionale puro. Perchè Berlusconi, invece di pensare alla riforma presidenziale dello Stato, non si preoccupa semplicemente di cambiare la legge elettorale in "senso francese", magari prendendo spunto dal sistema utilizzato per l'elezione dei sindaci?
Domanda retorica, perchè sappiamo già la risposta: la megalomania di Berlusconi spinge lo stesso a tentar di finire la propria carriera politica ricoprendo la più alta carica dello Stato. Siccome sa che, rebus sic stantibus, non riuscirebbe mai a trovare una maggioranza parlamentare disposta a votare per lui, fa appello al Popolo italiano. Vuole essere il primo Presidente della Repubblica eletto direttamente dai cittadini. E vuole magari ripercorrere i sentieri di Reagan o di Chirac.
Anche se, a nostro avviso, B. cercherà di assomigliare a Bill Clinton, rispetto al quale, però, ha circa trecento Lewisky in più.

Nessun commento:

Posta un commento