La Lega sta meditando di abbandonare il Parlamento italiano. Specifichiamo la nazione, perchè negli ultimi tempi la Lega si è vista più in Albania, Cipro e Tanzania che nella penisola. A latere dell'insediamento del nuovo presidente di Confindustria, Roberto Maroni avrebbe detto (il condizionale è d'obbligo, visto che il giornale che riporta il seguente virgolettato è Libero): "Negli ultimi dieci anni abbiamo tentato di portare il federalismo stando dentro il Parlamento e soprattutto stando dentro il governo. Nei cinque anni precedenti, ovvero dal '95 al 2000, abbiano tentato la via dell’autoderminazione e della secessione per arrivare allo stesso risultato e non abbiamo raggiunto l’obiettivo. Ora il congresso valuterà se c'è una terza via, che può anche significare strade diverse rispetto da quelle percorse finora, compresa l'uscita dal parlamento".
Beh, ci pare una bella idea. Cercare una terza via tra secessione e riformismo parlamentare. Come cercare una terza via tra la merda e la cioccolata. In salsa padana, ovviamente... Eppure ci viene un sospetto: vuoi vedere che il capo dei Barbari Sognanti vuole evitare la probabile mazzata elettorale del 2013, che significherebbe il crollo definitivo del già barcollante palazzo leghista? Quale modo migliore, per evitare una sconfitta elettorale di proporzioni storiche, che non presentarsi affatto alle elezioni? Umberto Bossi lo aveva detto un mese fa: "Andare a Roma è stato un errore". Conveniente, però: senza le continue elezioni di branchi di sedicenti padani a Montecitorio o a Palazzo Madama, con quali soldi avrebbero comprato la laurea del Trota, il diploma della Nera, i materiali per fare i lavori della casa del Capo e tutte le altre nefandezze di cui si son resi protagonisti?
Proponiamo a Maroni e ai suoi barbari sognanti (si, anche Borghezio e Calderoli son capaci di sognare) di dar vita ad un nuovo Aventino. Così magari faranno la fine dei precedenti: scompariranno dalla scena politica.
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