sabato 30 luglio 2011

Anticipazioni Rapporto Svimez 2011

Stiamo sempre più inguaiati, e il divario col Nord cresce sempre di più.
Perchè siamo meno bravi e più sfaticati? NO! Il Rapporto Svimez, che a breve verrà pubblicato nella sua interezza, dimostra come questo governo, Pdl + LEGA NORD (!!!), non ha fatto assolutamente nulla per migliorare la questione meridionale, riuscendo viceversa ad aggravarla.
Le politiche filonordiste, che storicamente sono sempre state realizzate, negli ultimi anni (con l'ascesa della Lega) hanno visto aumentare la loro efficacia, costringendo il SUD ad arrancare.

Proprio per questo è necessario che nasca una "partito meridionale" (Fds+ Io Sud + Noi Sud) che quantomeno provi a fermare questa spirale di impoverimento totale, accelerata negli ultimi anni dallo strapotere della Lega.
Una battaglia di resistenza, oggi.
Una battaglia di (re)conquista, domani.




Il quadro, emerso dal paper “Nord e Sud: insieme nella crisi, divergenti nella ripresa” che anticipa il prossimo rapporto Svimez 2011, parla chiaro: il Sud arranca, pur lasciandosi alle spalle la recessione più grave dal dopoguerra, con alla testa Abruzzo, Sardegna e Calabria che guidano la ripresa, ma con un tasso di disoccupazione ancora troppo alto.

“In base alle valutazioni di preconsuntivo, nel 2010 il Mezzogiorno ha segnato rispetto all’anno precedente un modesto +0,2%, ben lontano dal +1,7% del Centro-Nord. Dal 2001 al 2010 il Mezzogiorno ha segnato una media annua negativa, -0,3%, decisamente distante dal + 3,5% del Centro-Nord. In termini di Pil pro capite, il Mezzogiorno e’ passato dal 58,8% del valore del Centro Nord nel 2009 al 58,5% del 2010. L’area che nel 2010 ha trainato il Paese è stata il Nord-Est (+2,1%), seguita da Centro (+1,5%) e Nord-Ovest (+1,4%).

A livello regionale, la forbice oscilla tra il boom del Veneto (+2,8%) e la flessione della Basilicata (-1,3%). All’interno del Mezzogiorno, la crescita più alta spetta all’Abruzzo (+2,3%), che recupera in parte il calo del 2009 (-5,8%) grazie alla ripresa dell’industria e alla buona performance dei servizi. Grazie alla crescita del terziario registrano segni positivi anche la Sardegna (+1,3%) e la Calabria (+1%). Se la Sicilia è praticamente stazionaria (+0,1%), regi-strano segni negativi Puglia (-0,2%), Molise e Campania (-0,6%).

Nel Mezzogiorno la regione con il Pil pro capite più elevato è stata l’Abruzzo (21.574 euro), che comunque registra un valore di circa 2.200 euro al di sotto dell’Umbria, la regione più debole del Centro-Nord. Seguono il Molise (19.804), la Sardegna (19.552), la Basilicata (18.021 euro), la Sicilia (17.488), la Calabria (16.657) e la Puglia (16.932). La regione più povera è la Campania, con 16.372 euro. A livello settoriale il Sud registra nel 2010 una crescita del valore aggiunto doppia rispetto al Centro-Nord (+1,4% rispetto al +0,7%) nell’agricoltura, che spezza il ciclo negativo iniziato nel 2005.

Riguardo all’industria in senso stretto, la crescita al Sud è del +2,3%, meno sostenuta che al Centro-Nord (+5,3%). Negli ultimi due anni il tasso di occupazione è sceso al Sud dal 46% del 2008 al 43,9% del 2010, al Centro-Nord dal 65,7% al 64%. Su 533mila posti di lavoro in meno in tutto il Paese dal 2008 al 2010, ben 281mila sono stati nel Mezzogiorno. Con meno del 30% degli occupati italiani, al Sud si concentra dunque il 60% della perdita di posti di lavoro. Valori drammaticamente bassi e in ulteriore riduzione si registrano in Campania, dove lavora meno del 40% della popolazione in età da lavoro, in Calabria (42,2%) e Sicilia (42,6%).

Nel Mezzogiorno il tasso di occupazione giovanile (15-34 anni) è giunto nel 2010 ad appena il 31,7% (il dato medio del 2009 era del 33,3%; per le donne nel 2010 non raggiunge che il 23,3%), segnando un divario di 25 punti con il Nord del Paese (56,5%).” (fonte ItalPress)
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