giovedì 7 luglio 2011

Pessima manovra: altro che federalismo!


di Antonella Sferrazza, da Il Sud

La manovra economica del ministro, Giulio Tremonti, rischia di fare saltare in aria il già delicato equilibrio tra governo nazionale e regioni. Il presidente della Conferenza Stato-Regioni, Vasco Errani parla di un vero e proprio “conflittto istituzionale che puo’ essere recuperato solo con l’intervento del premier al quale chiediamo un incontro urgentissimo e la disponibilita’ a modifiche della manovra”. Nel mirino i tagli che valgono 9,6 miliardi nel biennio 2013-2014 e rischiano di abbattersi sui servizi pubblici e sull’assistenza. Le regioni, in buona sostanza, accusano Tremonti di avere scaricato tutto il peso della manovra agli enti locali: “Le misure pesano per “il 49% solo sulle Regioni mentre gia’ la manovra della scorsa estate aveva insistito sulle autonomie per l’80%”. In tal modo, ha ribadito Errani, “non c’e’ nessuna possibilita’ di gestire servizi fondamentali” ha aggiunto. A rischio, soprattutto trasporti pubblici e sanità.

Non a caso già ieri, Errani insieme con il presidente dell’Upi (Unione delle Province italiane), Giuseppe Castiglione, ha inviato una lettera a Berlusconi invocando una serie di modifiche necessarie a salvare le amministrazioni dal baratro in cui rischiano di sprofondare. “Il governo”, insistono Errani e Castiglione, deve assumersi “la responsabilità delle ricadute sui servizi fondamentali per il Paese, sui livelli essenziali di sanità e assistenza sociale, su trasporto pubblico locale e sulle politiche di sostegno alle imprese e per gli investimenti”.
La protesta è assolutamente bipartisan e abbraccia tutti i livelli delle amministrazioni. Sindaci, presidenti di Provincia e governatori scendono insieme sul sentiero di guerra contro la manovra correttiva dei conti pubblici. I Comuni sospenderanno la partecipazione a qualsiasi attività inerente al federalismo fiscale e a incontri politici, ha annunciato il presidente dell’Anci, Osvaldo Napoli (Pdl) che non esclude un ricorso alla Corte Costituzionalle.
E anche le Regioni sono della stessa idea: “Di fatto la manovra così com’è non assicura la possibilità del governo territoriale e vanifichi il percorso del federalismo fiscale. Ne chiediamo una radicale modifica partendo da una differenziazione equa della riduzione di spesa dei diversi comparti della Pubblica amministrazione”.

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