Dalle prime anticipazioni del rapporto Svimez emergono dati allarmanti per il Sud: due giovani su tre sono senza un’occupazione, ed oltre il 30% dei laureati under 34 non lavora e non studia. Per il parlamentare nazionale di Forza del Sud, Pippo Fallica, però: “bisogna distinguere tra emergenza occupazionale ed esigenza di formare i giovani che si affacciano al mondo del lavoro. Per quanto concerne la formazione, il dato che emerge dal rapporto assume contorni preoccupanti. Se i nostri giovani non studiano, vuol dire che il sistema è carente. A tal proposito, auspico un intervento urgente del ministro dell’Istruzione per capire le ragioni di questa ‘disaffezione’. E poi, vorrei fare un’osservazione, al netto di accuse o polemiche sterili. Ad oggi, ancora non ho ben capito a cosa serva il Ministero della Gioventù: di certo, non ha mai dato la minima risposta ad alcuna tra le innumerevoli problematiche che riguardano i giovani”.
Mentre sul dato occupazionale?
“Il rapporto, purtroppo, conferma tutta la gravità di una crisi occupazionale che attanaglia il Sud e ripropone, come prioritaria, l’esigenza di un intervento da parte del Governo. Occorre un impegno urgente e costante, un confronto a tutti i livelli tra i ministeri del Lavoro e dello Sviluppo Economico affinché si mettano in campo tutte le misure necessarie per creare nuova occupazione. Data la saturazione dei posti di lavoro negli enti pubblici, è evidente che non può esserci crescita, sviluppo e, dunque, occupazione, senza un sostegno concreto alle imprese che operano al Sud”.
Cosa intende per sostegno alle imprese?
“Mi riferisco all’esigenza di sburocratizzare, ovvero snellire le procedure di concessione, le pratiche della sovrintendenza o dei vari Enti locali. In altri termini, mi riferisco alla necessità di sostenere ed agevolare l’insediamento sul territorio di nuove attività produttive. Purtroppo, registriamo moltissimi casi di imprenditori giunti al Sud grazie all’agevolazione degli sgravi fiscali che per colpa delle lungaggini burocratiche se ne sono tornati da dove erano venuti. Bisogna intervenire affinché ciò non accada”.
Il rapporto “disegna” un’Italia a due velocità anche per quanto concerne la crescita dei consumi nelle famiglie. Dal 2000 al 2010 la spesa famigliare al Nord è cresciuta dello 0,5%, nel Meridione è scesa dello 0,1%. Come si può invertire questa tendenza?
“Solo attraverso la creazione di nuovi posti di lavoro. Se in una famiglia ‘monoreddito’ è costretta a pagare il mutuo, le utenze di casa, le tasse universitarie e tutto ciò che attiene all’ordinaria amministrazione, è chiaro che i consumi che vengono tagliati non possono che essere quelli relativi ai beni voluttuari. Uno stato di cose che si acuisce con l’insicurezza del precariato. Come esponente di Forza del Sud, ritengo fondamentale ribadire la nostra contrarietà ad una forma di occupazione che non dia un minimo di certezza per il futuro. Se continuiamo a ragionare con i ‘Co.Co.Co’ o con i contratti a progetto, il reale rilancio occupazionale resterà un miraggio”.
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