La Corte di cassazione ha confermato le condanne per falso nei confronti dei vertici della polizia coinvolti nel pestaggio e negli arresti illegali dei no-global alla scuola Diaz durante il G8 di Genova del 2001. La Suprema corte, invece, ha dichiarato prescritte le condanne per le lesioni inflitte dagli agenti del reparto Celere. Le vittime del pestaggio, circa 60 persone, potranno ora ottenere i risarcimenti dovuti.
Il ministero dell'Interno aprirà i procedimenti disciplinari a carico dei 25 imputati, anche quelli prescritti. La sentenza ha sostanzialmente confermato il pronunciamento espresso dalla Corte d'Appello di Genova il 18 maggio del 2010.
Quindi possiamo dirlo: ci fu macelleria cilena. E ci fu anche quella che Amnesty International definì come la più grave sospensione delle libertà democratiche dalla Seconda Guerra Mondiale. Non c'era bisogno di una sentenza della Magistratura per emettere il giudizio di condanna politico, civile e morale sulle forze di polizia e sui carabinieri che in quei giorni del 2001 erano a Genova con un unico intento: massacrare il movimento antagonista alla globalizzazione. Non parliamo del singolo agente, ma della cabina di comando (politica e militare) che stabilì di dare una lezione a questi "sporchi comunisti del cazzo": perché erano tutti comunisti, la Rete di Lilliput come i Black Block, i giornalisti come gli anarchici. Per Polizia e Carabinieri erano tutti comunisti del cazzo. Girano ancora tra i poliziotti e i carabinieri le magliette con la scritta "A Genova io c'ero".
Rimaniamo, però, ai fatti: le condanne sono parziali e riguardano alcuni determinati episodi e reati, sia perché alcuni reati sono andati nel frattempo prescritti, sia perché qui si parla della Diaz, non di Bolzaneto o dell'omicidio di Carlo Giuliani.
Inoltre ci sono ancora alcuni compagni che attendono il giudizio della Cassazione il 13 luglio, e rischiano condanne che - quelle si - rischiano di diventare esemplari nel senso peggiore del termine.
Non c'è da gioire quando la Giustizia ci mette 11 anni per trionfare sulla Legge, anche perché Giustizia e Legge dovrebbero andare a braccetto, secondo i liberaldemocratici di destra e di manca. Noi invece sappiamo che ogni qualvolta cerchiamo Giustizia, troviamo la Legge che ci sbatte la porta in faccia.
Quindi la lotta continua, per la Verità su quella e sulle altre nefandezze realizzate dalle forze del (dis)ordine, certi che comunque anche tra chi indossa la divisa vi sono persone serie e oneste che dovrebbero gioire per queste condanne.
Nessun commento:
Posta un commento