sabato 21 luglio 2012

Strage di Denver: in difesa dell'arte



Ogni volta che un pazzo squinternato assalta un liceo con qualche arma da guerra e lascia sul selciato decine di morti, la stampa liberaldemocratica (dei conservatori come dei progressisti) comincia a raccontarci che quel bravo ragazzo insospettabile era in realtà un matto da legare, assuefatto dalla musica heavy metal o dai fumetti violenti o dai documentari su Hitler o Stalin.
E' davvero stucchevole dover ricordare, ogni santissima volta che una tragedia così "inspiegabile" si realizza, che l'arte non può essere colpevole di niente. L'arte lancia messaggi (d'amore, d'odio, di speranza, di giustizia) che una persona può apprezzare o disprezzare, sostenere o rifiutare, comprendere o non comprendere. Sta poi alla persona, alla sua libertà e alla sua capacità di interpretazione dei messaggi - perchè la Verità, è bene ricordarlo, non esiste in forma assoluta - discernere il messaggio che sta dietro una canzone, un quadro, un romanzo o un film.

Quando vi fu la strage del liceo Columbine, la colpa fu data alla musica di Marilyn Manson, di cui i due assassini erano assidui ascoltatori, invece che alle indegne leggi americane sulla vendita e sul possesso di armi da fuoco. Facile crocifiggere il fu Reverendo Manson, invece che la lobby delle armi!
Stesso discorso per Brevik, autore di più di 70 omicidi in Norvegia. Siccome aveva visto documentari sul Terzo Reich e la razza ariana, era diventato un assassino. Ebbene, io quasi ogni venerdì vedo i documentari de La Grande Storia sulla Rai, e vi posso garantire che parlano di nazismo, di terrorismo, di mafia. Eppure mica vado in giro a bruciare campi rom, sparare agli ebrei o a gambizzare chi non mi bacia la mano.
In Italia abbiamo avuto ed abbiamo ancora il fenomeno delle fiction. Una delle migliori, a mio avviso, è stata Il Capo dei Capi. Piovvero critiche clamorose perchè si notò che molti ragazzi, vedevdo le gesta di Riina e Provenzano, cominciarono ad atteggiarsi a mafiosi e a parlar bene di quella vita. Beh, se un ragazzo volesse vivere come Riina, Provenzano o i camnorristi, costretti a nascondersi sempre, a dover tremare ogni volta che un familiare esce di casa, a star rintanati in tuguri, catapecchie, solo perchè "cummannà è meglio che fottere", possiamo mai dare la colpa alla fiction?
Stesso discorso per Romanzo Criminale, che avrebbe causato un aumento di Libanesi, Freddi e Dandi in giro per Roma. Come se i coatti, prima di Rpmanzo Criminale, non esistessero o fossero pochi.
Ora, in occasione della tragedia di Denver, si da la colpa al fumetto di Batman, e ai fumetti in generale. La maschera di V per Vendetta, ad esempio, è addiritura divenuto simbolo di partiti e movimenti politici! Tutti possibili futuri terroristi?

Non voglio cedere a questi ragionamenti, specie quando poi vedo la tv e i giornali inzeppati di Belen, Sara Tommasi, Fabrizio Corona, Mario Balotelli e gente simile. Batman è un fumetto pericoloso, mentre il Grande Fratello è un programma innoquo? Il Capo dei Capi va censurata, mentre il ciarpame dei reality va promosso?
Almeno nel primo caso parliamo di arte! Nel secondo parliamo solo - adesso si - di modelli negativi. Secondo voi, ci sono più ragazzi che vogliono imitare Joker o Fabrizio Corona? Faranno saltare in aria il Parlamento, come V per Vendetta, o faranno le mignotte e i leccaculi del Potere, come tanti volti noti della tv italica?

Io ho già risposto a queste domande.
Ora tocca a voi.

Do svidanija.

Nessun commento:

Posta un commento