Esattamente come è successo in Spagna, e prima ancora in Grecia, adesso anche in Italia stiamo notando come tutte le manovre, tutte le leggi, tutti i tagli, tutte le cosiddette riforme fatte in questi mesi dal governo bocconiano in combutta con la troika della Unione (bancaria) Europea, non sono servite ad una beneamata ceppa. I Greci e gli Spagnoli hanno obbedito a tutti i diktat europei, facendo manovre sanguinarie e realizzando controriforme degne del peggior fascismo. Risultato? Atene rischia il default in autunno; Madrid ha appena vissuto tre giorni di guerriglia urbana, ed il governo Rajoy ha appena comunicato che "nun ce sta na lira", quindi bisogna tagliare ancora gli stipendi, abolire la tredicesima e ridurre le ferie.
In Italia non siamo ancora a questi livelli? Beh, qualche settimana fa un sottosegretario del governo bocconiano, tale Paolillo, ha comunicato a tutti gli italici che bisogna lavorare di più (taglio delle ferie) e guadagnare meno (taglio dei salari e delle tredicesime) se si vuole evitare il default.
Sono di ieri due notizie interessanti: gli stipendi sono fermi da 10 anni; solo due assunzioni su dieci avvengono a tempo indeterminato.
Quindi possiamo dirlo: tecnicamente siamo già in default.
Allora, cari concittadini, piantatela di dar retta ai messi di informazione parziale di massa dietro cui vi sono famosi gruppi economico-finanziari che fanno azione di lobby. Smettetela di preoccuparvi della Borsa, dello spread, dei bund tedeschi. Sono cose da miliardari, da padroni. E se i padroni si vorranno vendicare con noi perché le loro speculazioni non sono più redditizie, perché i loro conti correnti non sono più gonfi come prima, noi abbiamo solo una cosa da fare: reagire.
E solo di questo ci dovremmo preoccupare, perché è palese che non siamo minimamente pronti a reagire, ma solo e soltanto a subire.
Do svidanija
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