lunedì 16 luglio 2012
Il Sistema non è riformabile. Va sabotato.
L'Articolo 21 della Costituzione della Repubblica Italiana, quella che Bersani ama definire "la più bella Costituzione del mondo", salvo poi dimenticarsela puntualmente quando si tratta di votare leggi contro i lavoratori, i pensionati, le donne, gli omosessuali, ecc..., recita così:
"Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.
La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure.
Si può procedere a sequestro soltanto per atto motivato dell'autorità giudiziaria nel caso di delitti, per i quali la legge sulla stampa espressamente lo autorizzi, o nel caso di violazione delle norme che la legge stessa prescriva per l'indicazione dei responsabili.
In tali casi, quando vi sia assoluta urgenza e non sia possibile il tempestivo intervento dell'autorità giudiziaria, il sequestro della stampa periodica può essere eseguito da ufficiali di polizia giudiziaria, che devono immediatamente, e non mai oltre ventiquattro ore, fare denunzia all'autorità giudiziaria. Se questa non lo convalida nelle ventiquattro ore successive, il sequestro s'intende revocato e privo di ogni effetto.
La legge può stabilire, con norme di carattere generale, che siano resi noti i mezzi di finanziamento della stampa periodica.
Sono vietate le pubblicazioni a stampa, gli spettacoli e tutte le altre manifestazioni contrarie al buon costume. La legge stabilisce provvedimenti adeguati a prevenire e a reprimere le violazioni."
Pertanto mi appello all'articolo 21 per dire quanto segue:
Dopo le condanne per reati di devastazione e saccheggio inflitte a ragazzi che erano a Genova durante il G8 del 2001, e confrontando le stesse con le tenui condanne inflitte ai dirigenti di polizia che causarono "la più grande sospensioni delle libertà democratiche in un paese occidentale dalla fine della Seconda Guerra Mondiale" (cfr Amnesty International), posso senz'altro affermare che lo stato di diritto, in Italia, non esiste più. Non c'è equità tra le pene inflitte, né criterio di proporzionalità. Erano anni, anzi decenni, che questa situazione si protraeva: questa è l'ennesima, ultima goccia che fa traboccare il vaso. Genova è stata, per la mia generazione, la dimostrazione della violenza e del fascismo liberale e liberista del Sistema. Dopo undici anni posso affermare senza timor di smentita che non c'è stata giustizia.
Il Sistema ha vinto. Così come nel 1925 il Fascismo vinse definitivamente la sua battaglia sul piano istituzionale, e fu necessario organizzare la resistenza sul piano extraistituzionale.
Pertanto ritengo sia necessario lottare con ogni mezzo contro questo Sistema oppressivo, che ormai ha raggiunto dimensioni planetarie. Che ognuno organizzi la lotta come meglio crede: con la parola (come fa questo blog) o con altri mezzi. Socializzi, collettivizzi, costruisca reti di relazioni e di lotta. Quando un Sistema opprime i cittadini è sempre una dittatura. Esistono le dittature nazifasciste, le dittature staliniste, e le dittature liberali, che si autodefiniscono democratiche eppure violentano la democrazia a proprio uso e consumo.
Ognuno contrasti il Sistema, in ogni luogo e con ogni metodo. Ognuno operi per il sabotaggio sistematico di ogni ganglio del Sistema. Anche mettere una croce su un simbolo elettorale può essere un canale di espressione e di ribellione al Sistema. L'importante è non credere MAI che sia sufficiente l'espressione di un voto per essere e sentirsi liberi. Chiunque creda che la lotta politica si possa esplicare SOLO tramite gli strumenti che il Sistema mette a disposizione (elezioni, raccolta firme, referendum) è un folle utopista. Allo stesso modo: chiunque creda che l'unica soluzione sia imbracciare un fucile o lanciare una bomba, è un velleitario utopista. Ed io, di questi cazzo di utopisti, ne ho piene le palle.
E adesso, arrestateci tutti.
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