giovedì 27 febbraio 2014

Approvato il testo sui crimini ambientali alla Camera



Il risultato è di quelli da segnare in agenda, non solo perché il testo approvato ieri alla camera darà un forte aiuto alla lotta ai crimini ambientali, ma anche perché c’è stata una grande unione tra le varie forze politiche: hanno votato 390 deputati sui 445 presenti e il testo è stato approvato con 386 sì, 4 no e 45 astensioni.

Il testo, nato a partire da tre proposte di legge i cui i firmatari erano l’On Realacci-Pd, Micillo-M5S e Pellegrino-Sel, renderà più efficace il contrasto alle illegalità e alle ecomafie. Attraverso questo strumento si è finalmente introdotto un adeguamento del nostro codice penale ai sempre più diffusi reati contro l’ambiente e alla normativa europea in materia ambientale (direttiva n. 2008/99/CE).

Ricordiamo che i crimini contro l’ambiente sono arrivati ad essere uno dei più grandi affari per la malavita organizzata, infatti dal rapporto ”Ecomafia di Legambiente” fruttano alle organizzazioni criminali circa 16,7 miliardi l’anno.

I punti fondamentali del testo unificato sono l’introduzione di quattro nuovi reati: disastro ambientale, punito con il carcere da 5 a 15 anni  per coloro che alterano gravemente o irreversibilmente l’ecosistema o compromettono la pubblica incolumità; delitti di inquinamento ambientale in cui è prevista la reclusione da 2 a 6 anni (e la multa da 10mila e 100mila euro) per chi deteriora in modo rilevante la biodiversità o l’ecosistema o la qualità del suolo, delle acque o dell’aria; il traffico di materiale radioattivo che colpisce con la pena del carcere da 2 a 6 anni (e multa da 10mila a 50mila euro) chi commercia e trasporta materiale radioattivo o chi se ne disfa illegittimamente; l’impedimento di controllo, per cui chi nega o ostacola l’accesso o intralcia i controlli ambientali rischia la reclusione da 6 mesi a 3 anni.

A questo si aggiunge l’aggravante per chi commette reati ambientali in forma associativa: “aggravante ecomafiosa”, che scatta in presenza di associazioni mafiose, finalizzate a commettere i delitti contro l’ambiente o a controllare concessioni e appalti in materia ambientale. Aggravanti, peraltro, sono previste anche in caso di semplice associazione a delinquere e se vi è partecipazione di pubblici ufficiali o incaricati di pubblico servizio.  

Nel caso di ravvedimento operoso sono stati introdotti “sconti pena”: se l’imputato evita conseguenze ulteriori, aiuta i magistrati a individuare colpevoli o provvede alla bonifica e al ripristino dei territori, la sua pena sarà ridotta da metà a due terzi.

Inoltre è stato inserito il raddoppio dei tempi di prescrizione del reato per i delitti; se poi si interrompe il processo, per dar corso al ravvedimento operoso, la prescrizione è sospesa.

Fondamentale è il ripristino a carico del condannato dello stato dei luoghi: sarà Il giudice, in caso di condanna o patteggiamento della pena, a ordinare il recupero e, dove tecnicamente possibile, il ripristino dello stato dei luoghi a carico del condannato.

In conclusione, il testo dà un fortissimo impulso alla lotta a quei reati che negli ultimi anni, in particolare nei nostri territori, hanno  martoriato un ecosistema e inflitto non solo danni spesso irreparabili, quali aumento di malattie e distruzione di territori, ma anche danni in termini di immagine a settori produttivi fondamentali per la sopravvivenza delle economie territoriali, come la nostra agricoltura.

Vincenzo Triunfo
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