Questo è il video delle Iene, realizzato dallo stranamente ottimo Lucci.
Questo è l'articolo dell'insorgente Floriana Tortora, di qualche giorno fa.
Quello che segue è, invece, l'articolo di Nando Dicè alla luce del servizio delle Iene:
Ieri sera un servizio di Enrico Lucci alle Iene sull’altra verità in merito allo scippo avvenuto in un vicolo di Napoli, presunto scoop di Repubblica, da noi ampiamente contestato.
Un video che ha aperto subito un dibattito feroce sul web.
Ora le Iene sono sempre jene e nelle jene non c’è coerenza, ma solo istinto del branco, verso prede deboli isolate, morenti. E si sa, l’odore della “morte” attira l’audience italiano.
E’ però evidente che se la Vera Napoli non avesse reagito, al punto di essere aggressivissima contro la diffamazione giornalistica standard denominata Sputtanapoli, le Iene avrebbero sbranato un cadavere morente. Ma Napoli non è morta e quindi quando una jena si accorge di questo che fa? È costretta a dire la verità e lo dice da jena, col sorriso maligno di chi sghignazza innanzi al “pasto mancato”.
Ma ogni jena, deve mangiare, deve portare il servizio giornalistico a casa e quindi dopo le varie reazioni dei napoletani sui servizi scandalosi dedicati alla presunta indifferenza di Napoli, avviene il miracolo.
La jena Lucci, ridendo ridendo, dice la verità. Certo: la dice come chi non è abituato a parlare bene di Napoli, pescando alla rinfusa i nomi e le azioni considerate “buone” su Napoli , mischiando Giacobini e Lazzari, Vico e Resistenza, Masaniello e Settembrini, e offrendoci una ricerca da terza media, in perfetto stile italico, ovviamente.
Ma alla fine dice quello che a noi interessa: era impossibile che quello che la maggior parte della stampa ha descritto fosse vero. Infatti non lo era. Non era vero che il popolo ha aiutato lo scippatore, non era vero che la gente non ha fatto nulla, non era vero che Napoli morente fosse acquiescente alla morte per inciviltà che l’Italia dei media auspica per Napoli.
E poi? E poi Benjamin su cui la jena ritorna jena… povero, emigrato, in cerca di lavoro, poverino ora deve pure preoccuparsi che “gli amici dello scippatore” lo puntino per una ritorsione. Logicamente il fatto che Benjamin fosse tutti i giorni li, dove era stato da prima dell’atto eroico, dovrebbe fugare ogni dubbio, avrebbe dovuto far ritenere inutile quella domanda, ma in fondo senza quella domanda che jene sarebbero? E poi? E poi il signore anziano che nonostante abbia cercato di fermare il mezzo e chiamato i poliziotti, si è visto accusare di “associazione solidale con gli scippatori” ma che invece reagisce e fa bene.
Potrei continuare a lungo, ma mi basta dire che lo scippatore era a detta dei testimoni in “pigiama”, sotto i chiari effetti della droga, che la signora rapinata continuava a dire “lasciatelo andare” e che la situazione era altamente confusa ed il tutto si è svolto in pochi minuti. Vorrei chiudere con qualche considerazione.
Le jene sono jene, ma gli sciacalli non mancano mai… e sciacallaggio è quello di chi per sputtanare i napoletani chiede la cittadinanza onoraria di Benjamin, sciacallaggio è non ricordare che per le strade di Napoli c’è l’esercito e nonostante tutto esistono gli scippi. Sciacallaggio e sputtanapoli è non sottolineare che le forze dell’ordine hanno assicurato lo scippatore alla galera grazie alla denuncia dei napoletani.
Invece azzannata la preda e preso il boccone migliore, lasciano il cadavere alle jene… e poi parlano di vergogna.
Stavolta però la jena era sazia: e la verità, o almeno una parte di essa ha sputtanato lo sputtanapoli. Dandoci ragione. E lo sappiamo, fa male a chi non ha avuto il coraggio e mai l’avrà di difendere il suo popolo continuando a automassacrarsi masochisticamente.
Nando Dicè
E ADESSO CHIEDETECI SCUSA!
Nessun commento:
Posta un commento