domenica 23 febbraio 2014

Provano ad impedire la secessione della Catalunya

Il mio articolo pubblicato su Insorgenza.it



272 favorevoli, 43 contrari e una astensione. Con questi voti è stata approvata dal Congresso spagnolo una mozione, presentata dal partito Union Progreso y Democracia (UPyD), che impegna il Governo spagnolo al “rifiuto categorico” del “piano secessionista” messo in campo dalla Catalunya, che il prossimo 9 novembre è chiamata ad esprimersi con un referendum sull’eventuale indipendenza della Generalitat catalana.

Il Congresso vuole, con questo voto, mostrare i muscoli contro il movimento indipendentista catalano, il cui parlamento aveva dichiarato la propria sovranità un anno fa, e da allora aveva iniziato a mettere in campo tutte le iniziative atte a realizzare il referendum indipendentista. A favore di questa mozione hanno votato i deputati di UPyD, del Psoe (socialisti) e quelli del Partido Popular (Pp, centrodestra); contro hanno votato i nazionalisti catalani di CiU, quelli dell’Erc, Esquerra Plural, Pnb e gli indipendentisti baschi di Amaiur. La mozione approvata esorta il Governo spagnolo a utilizzare “gli strumenti della Costituzione e l’ordinamento giuridico nel suo insieme per garantire che si compia la legalità”.

Noi insorgenti non possiamo che schierarci contro questa infausta decisione presa dal Congresso spagnolo, che vuole solo tentare un estremo tentativo centralista per scongiurare gli eventuali esiti negativi del referendum indipendentista catalano. Una vittoria del “fronte indipendentista” in Catalunya darebbe maggior vigore alle altre istanze secessioniste (pensiamo ai Baschi), in un anno che prevede anche un referendum “autonomista” in Scozia. Barroso aveva detto, pochi giorni fa: “Una Scozia indipendente è fuori dall’Europa”. Chissà se l’Unione Europea sarà egualmente categorica anche nei confronti della ricca Catalunya.

I popoli europei, costretti in involucri liberticidi e antidemocratici quali sono gli Stati nazionali, oppressi anche dal cappio europeista, hanno deciso di ribellarsi e di liberarsi. Solo gli “ultimi giapponesi” del liberismo e del centralismo possono pensare di usare queste misure per fermare i movimenti di Popolo.
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