venerdì 14 febbraio 2014

Dalle Calabrie, la lezione di Acquaformosa



In Calabria c’è un paesino di poco più di mille abitanti, il suo nome è Acquaformosa ed è sconosciuto ai più. Anche il sindaco di questo paesino è un uomo che è sconosciuto ai più ma meriterebbe di essere una celebrità, quantomeno per quello che fa ogni giorno per il suo paese e  i suoi abitanti.
Ad Acquaformosa circola una valuta particolare, il suo nome è Turrese ed è una valuta “solidale”, come la definisce il primo cittadino Giovanni Manoccio: sono banconote che riportano da una parte e dell’altra i volti di Ernesto Che Guevara e dell’eroe albanese Giorgio Castriota Scanderbeg (Acquaformosa è infatti uno dei 27 paesi della Calabria di minoranza Arbereshe).
Sulle banconote vi è stampata una scritta tratta dal testo de Il ritorno di Paddy Garcia dei Modena City Ramblers:

Non combatto per servire una bandiera, 
ma per lo sguardo stupito e gli occhi dolci dei bambini.

A questo punto della storia, però, è necessario compiere un piccolo passo indietro e spiegare lo speciale rapporto che Acquaformosa ha con il concetto di solidarietà. Il comune, nel 2011, vince il bando SPRAR con il quale si aggiudica la gestione del “Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati”.
Da allora Acquaformosa diventa l’isola “felice” per tutti i migranti che approdano a Lampedusa dopo i lunghi viaggi della speranza nel Sahara, cosicché oggi il comune calabrese conta al suo interno fra i 50 e i 60 rifugiati, di 12 etnie e 4 religioni diverse.
Da qualche tempo a questa parte, ai migranti che vivono all’interno di Acquaformosa, il comune (anche grazie all’intervento economico statale previsto dal progetto SPRAR) destina ogni settimana 100 Euro di sussidio. O meglio: 80 Euro in buoni alimentari e 20 in monete solidali, in Turresi. Questi ultimi sono spendibili solamente nel territorio comunale di Acquaformosa e solamente per attività ludico-ricreative, “in questo modo cerchiamo di equilibrare la vita di queste persone” – dice un po’ troppo modestamente il sindaco Manoccio – “e di favorire l’integrazione con la comunità di Acquaformosa”, aggiungiamo noi.
Per dire, Acquaformosa è anche quel paese che nel 2009, sempre grazie al sindaco Manoccio, decise per l’installazione di pannelli recanti la scritta “Comune deleghistizzato”; è anche il paese di quella signora che, quando la Kyenge venne a vistarlo, ci rimase davvero male perché la ministra non poteva portarsi via il cesto pieno di melanzane e pomodori che le aveva appena preparato.

Tutta questa umanità in soli 1170 abitanti.
Ma chi l’ha detto che le politiche sociali sono una prerogativa del nord del mondo?

Tratto da Il Resto del Caffè
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