Il mio articolo pubblicato su Insorgenza.it
Sono giorni che i mass media di tutto il mondo dedicano pagine di giornale, servizi di cronaca e trasmissioni di approfondimento sulla “Situazione Ucraina”.
Le immagini degli scontri tra apparati del regime filorusso di Yanukovic e i manifestanti europeisti della variegata e destrorsa Opposizione scorrono davanti ai nostri occhi, generando brividi sulla pelle e nelle anime. L’informazione liberale e sedicente democratica sta imponendo una chiave di lettura che non lascia spazio ad altre interpretazioni: l’Ucraina è di fronte ad un bivio.
Da un lato, il regime di Yanukovic (democraticamente eletto, ma la storia ci insegna che non basta vincere le elezioni per essere democratici), appiattito sulle posizioni della Russia putiniana ed economicamente dipendente dalla stessa; dall’altra, l’Europa liberaldemocratica e liberista, dove è possibile realizzarsi ed emanciparsi definitivamente dal giogo sovietico, che la caduta del famigerato Muro di Berlino non avrebbe intaccato più di tanto.
L’arcinoto “American Dream” dei decenni passati sta lasciando posto, soprattutto nell’orizzonte dei popoli dell’Europa orientale, al “Sogno Europeo”: entrambi da considerarsi effimere chimere, fondate su un sistema liberticida ed antidemocratico, globalizzante e – per questo motivo – nemico di ogni identità. Le lobbies economiche che determinano le politiche del cosiddetto Occidente (a est e a ovest dell’Atlantico) stanno spingendo affinché la situazione ucraina abbia un solo sbocco accettabile: la fine del regime filorusso di Yanukovic e l’instaurazione di un regime filoeuropeo, sempre più liberista e “occidentale”, retto da una accozzaglia di nazionalisti, populisti e liberali. Il bivio di fronte al Popolo ucraino è de facto un falso bivio: la scelta non è tra la tirannide e la libertà, ma tra un padrone e un altro. Le pressioni che Germania, Francia e Polonia stanno facendo a Yanukovic non sono mosse da alcun intento umanitario, ma solo dal desiderio di accelerare sul sentiero della transizione, garantendo a Yanukovic una sorta di lasciacondotto per i suoi innegabili crimini. Il tutto nel quadro di un maggiore isolamento della Russia putiniana, con cui sarebbe sempre più facile fare affari a prezzo ribassato.
Ed ecco che si arriva alle notizie di queste ore: accordo siglato tra governo ucraino e opposizione; liberazione della Timoshenko (la quale aveva detto che “con Yanukovic non si tratta, chi lo fa è da considerarsi un traditore”); governo di unità nazionale; limitazione dei poteri del presidente e ritorno alla Costituzione del 2004; amnistia per tutti i manifestanti.
Tutto finito, insomma. I cattivi hanno perso e i buoni hanno vinto. Adesso un radioso futuro si apre all’orizzonte dell’Ucraina. Un raggiante Sol dell’Avvenire. N’ata vota.
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