venerdì 7 febbraio 2014

La storia dell'arte cancellata dalle scuole italiote



Cultura Infelice. Il Governo italiota cancella definitivamente lo studio delle materie artistiche dalle scuole primarie e secondarie : non è notizia nuova, ma circola in queste ore su fb la notizia di una risoluzione della Commissione Cultura Scienza e Istruzione della Camera (quella di cui fanno parte Gabriella Carlucci e Manuela Di Centa, per intenderci) che avrebbe bocciato definitivamente, “a causa dell’insostenibile spesa”, la raccolta di 15 mila firme, presentata dal Ministro per i Beni Culturali per il ripristino della Storia dell’Arte nella scuola Secondaria, cancellate dall’insegnamento grazie alla Riforma Gelimini.

In realtà la riforma, entrata in vigore tra il 2009 ed il 2010 decretò la riduzione delle discipline artistiche nei Licei artistici, la cancellazione di «Storia dell’arte» dai bienni dei Licei classici e linguistici, dagli indirizzi Turismo e Grafica degli Istituti tecnici e dei professionali; zero ore per i geometri; cancellazione di «Disegno e Storia dell’arte» dai bienni dei Licei scienze umane e linguistici; cancellazione di «Disegno e Storia dell’arte» dal «nuovo» Liceo sportivo; eliminazione del «Disegno» nei trienni di questi ultimi «ambiti formativi» .

Però qua si parla di decisioni ulteriori: se fosse vero restiamo dell’idea che l’ingente spesa, non può giustificare la rinuncia forzosa al lavoro per tutti i docenti precari i quali saranno esclusi dalle graduatorie nazionali, (ricordiamo il suicidio dell’insegnante di Disegno e storia dell’Arte, Carmine Cerbera, nel novembre 2012) e la perdita della cultura, della memoria, dell’immaginazione, dell’abilità artigianale che sarà provocata dalla riforma per tutte le generazioni future.

L’Italia, geograficamente parlando, è la nazione con il patrimonio artistico più grande, conosciuto ed esportato, per non dire altro, al mondo. 1424 è il numero complessivo di musei, gallerie, monumenti e aree archeologiche statali. 147, le strutture e beni artistici e culturali situate nel Mezzogiorno, oltre un terzo del totale nazionale. Nel Sud e nelle isole la concentrazione di aree archeologiche è pari al 52%. Un patrimonio che ha spinto ad includere nel Gran Tour le città del meridione , in particolare Napoli, ispirando fin dal 1700 scrittori, artisti, musicisti, pittori e avventurieri di tutta Europa. Luigi Vanvitelli, Antonio Canova, Caravaggio, de Ribera, sono solo alcuni dei grandi nomi che ritroviamo nel panorama artistico napoletano.

Come si può rincorrere lo sviluppo economico senza puntare ad una riforma strutturale nell’occupazione proprio nel settore dei servizi del turismo? Risulta impossibile formare una futura classe di lavoratori nel settore senza la conoscenza del patrimonio sotto casa, sarà difficile tutelare questi beni senza la possibilità che ad essi ne sia riconosciuta la dovuta importanza. Perché la cosa sicuramente vera è che il depotenziamento della storia dell’arte nelle scuole è un fatto: un fatto che fa male alla nostra identità e alla formazione di chi in futuro avrà in mano le nostre sorti e i nostri destini.

Elena Lopresti, tratto da Insorgenza.it

Nessun commento:

Posta un commento